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L’As­sem­blea dei Comu­ni­sti del­le Fab­bri­che era una riu­nio­ne di gran­de impor­tan­za, che si tene­va tra un Con­gres­so e l’al­tro. Era pre­sie­du­ta dai ver­ti­ci del Pci: il Segre­ta­rio, Togliat­ti, la Dire­zio­ne e il Comi­ta­to Cen­tra­le. Vi par­te­ci­pa­va­no i dele­ga­ti del­le Com­mis­sio­ni Inter­ne del­le Gran­di Fab­bri­che, iscrit­ti al par­ti­to. Che lo stu­den­te Romo­lo Gob­bi, iscrit­to al PCI da soli quat­tro mesi, vi potes­se par­te­ci­pa­re era già un fat­to inu­sua­le ed ecce­zio­na­le, che poi potes­se par­la­re davan­ti a tut­ta l’As­sem­blea era pres­so­ché impen­sa­bi­le. In real­tà, les­si un inter­ven­to che era sta­to pre­pa­ra­to da Bru­no Tren­tin e da Ser­gio Gara­vi­ni, il Vice­se­gre­ta­rio del­la Cgil e il Segre­ta­rio del­la Came­ra del Lavo­ro di Tori­no, rispet­ti­va­men­te. Si trat­ta­va del­la pri­ma espo­si­zio­ne pub­bli­ca del­la rifor­ma del­la Cgil, che pre­ve­de­va la sosti­tu­zio­ne del­le Com­mis­sio­ni Inter­ne con i ”Dele­ga­ti di Repar­to” e la costi­tu­zio­ne del­le assem­blee di fab­bri­ca, quin­di, eli­mi­nan­do così l’in­fluen­za diret­ta del Pci sul Sindacato.