Filtra per Categoria
Autonomia Bolognese
Autonomie del Meridione
Fondo DeriveApprodi
Collettivi Politici Veneti
Autonomia Toscana
Blog

Composizione di classe e teoria del partito

Maria Gra­zia Merig­gi, Com­po­si­zio­ne di clas­se e teo­ria del par­ti­to, sul mar­xi­smo degli anni ’60, Deda­lo libri, Bari 1978



L’attenzione di que­sto volu­me è cen­tra­ta sul tema dell’autonomia ope­ra­ia e sul con­cet­to di com­po­si­zio­ne poli­ti­ca di clas­se negli anni Ses­san­ta e Set­tan­ta.
L’aver for­ni­to que­sto orien­ta­men­to alla teo­ria mar­xi­sta come teo­ria cala­ta den­tro le lot­te ope­ra­ie e den­tro l’esistenza stes­sa del pro­le­ta­ria­to è la gran­de lezio­ne dell’operaismo ita­lia­no. Solo a par­ti­re da qui si pos­so­no capi­re le lot­te degli stu­den­ti e quel­le degli impie­ga­ti, si può «leg­ge­re» il mar­xi­smo di Gram­sci e quel­lo di Ador­no, dare un sen­so alla que­stio­ne degli intel­let­tua­li e valu­ta­re nel­la loro impor­tan­za deter­mi­nan­te espe­rien­ze mino­ri­ta­rie come quel­la di Dani­lo Mon­tal­di. Infi­ne, per Maria Gra­zia Merig­gi, solo l’espressione del­la cen­tra­li­tà del­la com­po­si­zio­ne di clas­se per­met­te di impo­sta­re in modo non ridut­ti­vo il rap­por­to tra eco­no­mia e poli­ti­ca.

Maria Gra­zia Merig­gi, nata a Pavia nei 1947, ha lavo­ra­to pres­so la Facol­tà di Filo­so­fia dell’Università Sta­ta­le di Mila­no e attual­men­te sta lavo­ran­do a una ricer­ca sull’influenza del­la Comu­ne di Pari­gi nel movi­men­to ope­ra­io ita­lia­no.
Col­la­bo­ra al «Quo­ti­dia­no dei lavo­ra­to­ri» e fa par­te del­la reda­zio­ne del­la rivi­sta «AUT AUT». Per la col­la­na «Qua­der­ni di AUT AUT» ha cura­to il volu­me Il caso di Karl-Heinz Roth. Discus­sio­ne sull’«altro» movi­men­to ope­ra­io.

ROSSO per il potere operaio n. 31

PER IL POTERE OPERAIO

  • Sala­rio ope­ra­io alla metropoli
  • Robot alla FIAT
  • Con­trat­ti 1979
  • Sin­da­ca­li­smo selvaggio
  • Pia­no Pandolfi
  • Iran-Euro­pa-Medi­ter­ra­neo

Punk. I ”nuovi filosofi” della musica pop

AA.VV., Punk. I «nuo­vi filo­so­fi» del­la musi­ca pop, Arca­na Edi­tri­ce, Mila­no 1978

«Biso­gna ren­de­re anco­ra più oppres­si­va l’op­pres­sio­ne già in atto aggiun­gen­do­vi la coscien­za del­l’op­pres­sio­ne. Biso­gna ren­de­re anco­ra più infa­me l’in­fa­mia ren­den­do­la pub­bli­ca. Biso­gna costrin­ge­re que­sti bor­ghe­si a bal­la­re que­sti rap­por­ti pie­tri­fi­ca­ti into­nan­do la melo­dia adat­ta a loro».
Così scri­ve­va qua­si un seco­lo e mez­zo fa il gio­va­ne Marx; che anche lui sia sta­to un pun­ker?
Il «punk-rock» è l’a­spet­to vio­len­to di que­sto feno­me­no cul­tu­ra­le gio­va­ni­le che, anco­ra una vol­ta, ha il suo epi­cen­tro in Inghil­ter­ra. Ma esso è già intor­no a noi annun­cia­to da que­ste «gio­va­ni ban­de» con la loro enne­si­ma rivo­lu­zio­ne musi­ca­le. Punk vuol dire – alla let­te­ra – immon­di­zia, ma vuoi dire anche non rom­pe­te­ci più i coglio­ni! Punk vuoi dire repul­sio­ne, pro­va­te a met­te­re que­sta paro­la davan­ti a fami­glia, arte, musi­ca, poli­ti­ca e avre­te un qua­dro del­la socie­tà in cui vivia­mo.
Il pun­ker è il «déra­ci­né» del­la poli­ti­ca, il «com­pa­gno» cat­ti­vo, anti­fem­mi­ni­sta, mene­fre­ghi­sta, raz­zi­sta, nazio­na­li­sta e pro­vo­ca­to­re. Non sa suo­na­re come gli Sto­nes, non sa par­la­re come Guth­rie, bestem­mia la regi­na e gli ange­li del foco­la­re.
Ma il pun­ker è anche l’uo­mo del gior­no, il nuo­vo dan­dy, l’ul­ti­mo gri­do in fat­to di abbi­glia­men­to, cosme­si e spet­ta­co­lo. Il pun­ker è alco­liz­za­to e dadai­sta. Così la sua musi­ca, di cui que­sta anto­lo­gia rac­co­glie i testi, i com­men­ti, le pole­mi­che e la teo­ria. Un mate­ria­le bio­gra­fi­co trat­to dal­le innu­me­re­vo­li rivi­ste punk che si stam­pa­no in Inghil­ter­ra e che par­la­no di musi­ca punk e di sti­le di vita punk.

Operaismo e centralità operaia

Napo­li­ta­no, Tron­ti, Accor­ne­ro, Cac­cia­ri, Ope­rai­smo e cen­tra­li­tà ope­ra­ia, Edi­to­ri Riu­ni­ti, Roma 1978
Que­sto volu­me rac­co­glie gli atti del con­ve­gno orga­niz­za­to dal­la sezio­ne vene­ta del­l’I­sti­tu­to Gram­sci sul tema “Ope­rai­smo e cen­tra­li­tà ope­ra­ia”, tenu­to alla Fie­ra di Pado­va nei gior­ni 26 e 27 novem­bre 1977.
Ven­go­no ripor­ta­ti inte­gral­men­te i testi del­la intro­du­zio­ne e del­le con­clu­sio­ni di Gior­gio Napo­li­ta­no; del­le rela­zio­ni di Mario Tron­ti, Aris Accor­ne­ro e Mas­si­mo Cac­cia­ri; del­le comu­ni­ca­zio­ni di Gio­van­ni Bian­chi, Alber­to Asor Rosa e Aldo Tor­to­rel­la.
Gli inter­ven­ti sono inve­ce rias­sun­ti.
In appen­di­ce sono ripor­ta­ti inte­gral­men­te i mate­ria­li pre­pa­ra­to­ri del con­ve­gno: lo sche­ma appro­va­to da Mario Tron­ti e la rela­zio­ne sto­ri­ca di Nino Magna.

Che signi­fi­ca­to ha oggi ridi­scu­te­re e riaf­fer­ma­re la nozio­ne di cen­tra­li­tà ope­ra­ia ?
Intor­no a que­sto inter­ro­ga­ti­vo ha ruo­ta­to il con­ve­gno orga­niz­za­to dal­l’I­sti­tu­to Gram­sci di Vene­zia (Pado­va 20–27 novem­bre 1977), che ha visto diri­gen­ti poli­ti­ci e intel­let­tua­li, in pri­mo luo­go comu­ni­sti, impe­gna­ti a riper­cor­re­re e rie­sa­mi­na­re l’e­spe­rien­za ope­rai­sta degli anni cin­quan­ta e, soprat­tut­to, degli anni Ses­san­ta (dai «Qua­der­ni ros­si» a «clas­se ope­ra­ia»).
La carat­te­ri­sti­ca for­se più cla­mo­ro­sa del con­ve­gno è sta­ta pro­prio quel­la di cimen­ta­re in que­sta ana­li­si alcu­ni tra i mas­si­mi diri­gen­ti comu­ni­sti (come Gior­gio Napo­li­ta­no e Aldo Tor­to­rel­la) e alcu­ni dei mag­gio­ri pro­ta­go­ni­sti del­l’o­pe­rai­smo che oggi mili­ta­no e lavo­ra­no nel Pci (da Mario Tron­ti a Alber­to Asor Rosa a Mas­si­mo Cac­cia­ri).
Il dibat­ti­to ha natu­ral­men­te inve­sti­to i pro­ble­mi del­l’og­gi: non solo per quan­to riguar­da posi­zio­ni e ela­bo­ra­zio­ni che da ascen­den­ze ope­rai­ste giun­go­no all’ ”auto­no­mia ope­ra­ia” (o all’au­to­no­mia tout court), ma per­chè il pro­ble­ma del­la cen­tra­li­tà ope­ra­ia coin­ci­de con quel­lo del­la capa­ci­tà di gover­no del­la clas­se ope­ra­ia.
Una coin­ci­den­za che sem­bra met­te­re la paro­la fine alla lun­ga sto­ria del­le clas­si subalterne.

La tribù delle talpe

Ser­gio Bolo­gna (a cura di), La tri­bù del­le tal­pe, Fel­tri­nel­li, Mila­no 1978


Un dibat­ti­to sul «movi­men­to del ’77», la sua natu­ra socia­le, le sue ideo­lo­gie. I par­te­ci­pan­ti sono per­lo­più redat­to­ri del­la rivi­sta «Pri­mo Mag­gio» e appar­ten­go­no a diver­se gene­ra­zio­ni di un mede­si­mo filo­ne del­la sini­stra rivo­lu­zio­na­ria ita­lia­na. Quel­lo che da «Qua­der­ni ros­si» e «clas­se ope­ra­ia» fini­sce poi nel­le orga­niz­za­zio­ni Pote­re ope­ra­io e Lot­ta con­ti­nua.
Cri­si di un’i­deo­lo­gia, cri­si di una pra­ti­ca poli­ti­ca, affio­ra­re del­l’au­to­no­mia.
Que­sto dibat­ti­to dà un’im­ma­gi­ne assai diver­sa degli schie­ra­men­ti e del­le posi­zio­ni, così come appa­io­no spes­so nel­le «map­pe del­l’ul­tra­si­ni­stra» che la gran­de stam­pa, per ricor­da­re anni­ver­sa­ri o per cele­bra­re fune­ra­li, si diver­te a dise­gna­re. Un dibat­ti­to che inve­ste non solo il movi­men­to del­la «nuo­va sini­stra» ma che toc­ca anche fra­zio­ni impor­tan­ti del movi­men­to ope­ra­io e sindacale.

Centri sociali autogestiti e circoli giovanili

R. Cec­chi, G. Poz­zo, A. Seas­sa­ro, G. Simo­nel­li, C. Sor­li­ni, Cen­tri socia­li auto­ge­sti­ti e cir­co­li gio­va­ni­li, Fel­tri­nel­li, Mila­no 1978


La disgre­ga­zio­ne socia­le del tes­su­to urba­no del­le gran­di cit­tà ha tro­va­to in Mila­no una rispo­sta – tut­ta ester­na alle isti­tu­zio­ni – di por­ta­ta signi­fi­ca­ti­va: l’oc­cu­pa­zio­ne di deci­ne di sta­bi­li da adi­bi­re a cen­tri socia­li auto­ge­sti­ti ad ope­ra di col­let­ti­vi gio­va­ni­li, grup­pi fem­mi­ni­sti, comi­ta­ti di quar­tie­re, sezio­ni del­l’U­nio­ne Inqui­li­ni, cir­co­li La Comu­ne e altri orga­ni­smi di base.
Le radi­ci lon­ta­ne di que­sti cen­tri socia­li sono da ricer­car­si nei cir­co­li asso­cia­ti­vi rifon­da­ti dopo la Libe­ra­zio­ne, ma le tema­ti­che del­la par­te­ci­pa­zio­ne e del­l’e­gua­li­ta­ri­smo sono mutua­te dal­l’e­spe­rien­za del movi­men­to ope­ra­io dal ’68 ad oggi; del tut­to ori­gi­na­li, anche sul pia­no teo­ri­co, sono i con­tri­bu­ti per una nuo­va con­ce­zio­ne del ser­vi­zio socia­le, rea­liz­za­to nel con­te­sto par­ti­co­la­re del­l’au­to­ge­stio­ne, e per la ricer­ca di idea­li e model­li di vita diver­si.
Que­sto risul­ta dal­l’in­da­gi­ne fat­ta su una qua­ran­ti­na di cen­tri socia­li auto­ge­sti­ti, sul­le atti­vi­tà che vi ven­go­no svol­te, sul­le carat­te­ri­sti­che degli orga­ni­smi pro­mo­to­ri, in par­ti­co­la­re dei col­let­ti­vi gio­va­ni­li, ana­liz­za­ti nel­la loro com­po­si­zio­ne di clas­se, nel­le pro­ble­ma­ti­che esi­sten­zia­li e poli­ti­che e nei prin­ci­pi teo­ri­ci che han­no por­ta­to alla loro aggre­ga­zio­ne.
La delu­sio­ne dif­fu­sa dopo il 20 giu­gno ha con­tri­bui­to alla pro­fon­da tra­sfor­ma­zio­ne dei cen­tri socia­li in cir­co­li gio­va­ni­li, ma non ha bloc­ca­to la loro mol­ti­pli­ca­zio­ne, che oggi con­ti­nua a testi­mo­nian­za, pur con erro­ri e limi­ti, del rifiu­to di lar­ghi stra­ti di gio­va­ni all’in­te­gra­zio­ne ideo­lo­gi­ca.

Raf­fael­lo Cec­chi, nato a Mila­no nel ’42, lau­rea­to in archi­tet­tu­ra, è assi­sten­te inca­ri­ca­to al Poli­tec­ni­co di Mila­no per il cor­so di Com­po­si­zio­ne archi­tet­to­ni­ca. Giò Poz­zo, nato a Mila­no nel ’52, si è lau­rea­to in archi­tet­tu­ra al Poli­tec­ni­co di Mila­no. Attual­men­te col­la­bo­ra a gior­na­li e perio­di­ci con arti­co­li riguar­dan­ti la pro­ble­ma­ti­ca gio­va­ni­le. Alber­to Seas­sa­ro, nato a Mila­no nel ’39, lau­rea­to in archi­tet­tu­ra, è docen­te dal ’64 pres­so il Poli­tec­ni­co di Mila­no, dove con­du­ce i cor­si di Tec­no­lo­gia e di Igie­ne edi­li­zia. Giu­lia­no Simo­nel­li, nato a Son­drio nel ’49, lau­rea­to in archi­tet­tu­ra al Poli­tec­ni­co di Mila­no, si occu­pa da anni di pro­ble­mi ine­ren­ti i con­flit­ti socia­li, con par­ti­co­la­re riguar­do ai gio­va­ni. Clau­dia Sor­li­ni, nata a Bre­scia nel ’42, lau­rea­ta nel ’65 in Scien­ze bio­lo­gi­che all’U­ni­ver­si­tà sta­ta­le di Mila­no, assi­sten­te ordi­na­rio alla facol­tà di Agra­ria del­la stes­sa uni­ver­si­tà e pro­fes­so­re inca­ri­ca­to di Igie­ne edi­li­zia pres­so il Poli­tec­ni­co di Mila­no, ha pub­bli­ca­to nume­ro­si lavo­ri su pro­ble­mi di eco­lo­gia e di con­flit­ti socia­li sul territorio.