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Le due società. Ipotesi sulla crisi italiana

Alber­to Asor Rosa, Le due socie­tà. Ipo­te­si sul­la cri­si ita­lia­na, Einau­di, Tori­no 1977


Nel rac­co­glie­re sot­to il tito­lo Le due socie­tà gli arti­co­li pub­bli­ca­ti da un anno e mez­zo a que­sta par­te, e che costi­tui­sco­no uno dei momen­ti signi­fi­ca­ti­vi del­l’at­tua­le dibat­ti­to poli­ti­co, Asor Rosa si ren­de con­to degli equi­vo­ci che la for­mu­la, da lui conia­ta, ha susci­ta­to, e spie­ga: «La tesi del­le “due socie­tà” sta tut­ta den­tro que­sta nozio­ne del­la cri­si. Non ave­vo nes­su­na inten­zio­ne di attri­buir­le una mar­ca­ta con­no­ta­zio­ne socio­lo­gi­ca, seb­be­ne non man­chi­no le pro­ve di una spac­ca­tu­ra socia­le pro­fon­da fra due tipi di real­tà, di com­por­ta­men­ti, di scel­te poli­ti­che, di for­me di orga­niz­za­zio­ne, nel­la situa­zio­ne ita­lia­na (euro­pea?). La tesi del­le “due socie­tà” ha soprat­tut­to que­st’al­tro signi­fi­ca­to (meta­fo­ri­co, se vole­te, e in qual­che modo ambi­guo ed irri­tan­te, come acca­de in tut­te le for­mu­la­zio­ni d’im­ma­gi­ni): non basta gover­na­re (meglio) l’e­si­sten­te, o per meglio dire quel­lo che ha la for­za, la strut­tu­ra, la sto­ria per esi­ste­re e per­ciò può espri­mer­si, par­la­re col nostro lin­guag­gio, orga­niz­zar­si e con­ta­re: la rimo­zio­ne pura e sem­pli­ce del “nega­ti­vo” por­ta ine­vi­ta­bil­men­te ad esi­ti mode­ra­ti».
Per que­sto il noc­cio­lo del­la que­stio­ne è «la costru­zio­ne dell’ ”ordi­ne nuo­vo”», e per que­sto, negli arti­co­li qui rac­col­ti, Asor Rosa ha cer­ca­to di «indi­vi­dua­re l’am­pio, dif­fu­so, pro­fon­do biso­gno di rap­por­tar­si in for­ma diver­sa con la poli­ti­ca, che nasce pro­prio dal­la natu­ra squi­li­bra­ta e rin­no­va­tri­ce del­la cri­si». Ma anche a que­sto pro­po­si­to una pre­ci­sa­zio­ne sem­bra neces­sa­ria: «la cri­si è la som­ma degli ele­men­ti che impe­di­sco­no a que­sto siste­ma – poli­ti­co, socia­le eco­no­mi­co – di man­te­ne­re il suo pas­sa­to equi­li­brio». Ora, «mol­ti di que­sti ele­men­ti sono sta­ti pro­cu­ra­ti da noi: noi movi­men­to ope­ra­io, noi par­ti­to comu­ni­sta, noi lot­te ope­ra­ie e stu­den­te­sche. È peri­co­lo­so che di que­sto qua­si ci ver­go­gna­mo … per­ché l’u­sci­ta dal­la cri­si ver­so un nuo­vo equi­li­brio, o por­ta il risul­ta­to del­la cri­si den­tro di sé, o rap­pre­sen­ta un pas­sag­gio all’in­die­tro».

Alber­to Asor Rosa inse­gna Sto­ria del­la let­te­ra­tu­ra ita­lia­na all’U­ni­ver­si­tà di Roma. Fra le sue pub­bli­ca­zio­ni ricor­dia­mo: Scrit­to­ri e popo­lo (1965), Intel­let­tua­li e clas­se ope­ra­ia (1971), e La cul­tu­ra nel­la Sto­ria d’I­ta­lia, Einau­di, vol. IV, Dal­l’U­ni­tà a oggi.