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di Chic­co Galmozzi

L’occupazione del­lo sta­bi­li­men­to Fiat di Mira­fio­ri del mar­zo 1973 rap­pre­sen­ta il pun­to più alto di un ciclo di lot­te ope­ra­ie che ha ini­zio nel­la secon­da metà degli anni Ses­san­ta. Sog­get­to pro­ta­go­ni­sta di quel ciclo di lot­te è l’«operaio mas­sa», cioè l’operaio dequa­li­fi­ca­to, emi­gra­to dal­le cam­pa­gne del Sud e obbli­ga­to al mas­sa­cran­te lavo­ro del­la cate­na di mon­tag­gio del­le gran­di fab­bri­che. Que­sto sog­get­to, pri­vo di qual­sia­si talen­to di «mestie­re», all’interno di quel­le fab­bri­che e soprat­tut­to alla Fiat, rie­sce a con­tro­ver­ti­re la dram­ma­ti­ca scon­fit­ta ope­ra­ia subi­ta nel cor­so degli anni Cin­quan­ta. Il sus­se­guir­si inin­ter­rot­to del­le sue pra­ti­che di lot­ta cul­mi­na nell’occupazione degli sta­bi­li­men­ti di Mira­fio­ri nel mar­zo 1973, assu­men­do carat­te­ri «mili­ta­ri» a ope­ra di cen­ti­na­ia di avan­guar­die, i cosid­det­ti «faz­zo­let­ti ros­si», che demo­li­sco­no in poche set­ti­ma­ne quel che era sta­to per due decen­ni un dispo­ti­smo azien­da­le asso­lu­to. Il libro pro­po­ne una rico­stru­zio­ne sto­ri­ca di quel­le vicen­de e di quan­to sareb­be acca­du­to negli anni suc­ces­si­vi, quan­do le orga­niz­za­zio­ni rivo­lu­zio­na­rie del­la sini­stra radi­ca­le riten­ne­ro auto­ma­ti­co pas­sa­re all’attacco del «cuo­re del­lo Sta­to». Il testo, che esce in occa­sio­ne del cin­quan­te­na­rio degli even­ti, si avva­le di una pre­zio­sa appen­di­ce: il dia­rio quo­ti­dia­no dell’occupazione sti­la­ta dai pro­ta­go­ni­sti di quel­lo straor­di­na­rio evento.