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Sede e contatti : 

Via G. Orsi­ni 44 , 50126 Firenze

Tel. 3333392724

Sito : https://www.archivio68.it

BLOG : http://archivioilsessantotto.blogspot.com/

SIUSA: http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=14653

Face­book: https://www.facebook.com/ilsessantotto/

E‑mail: archivio68.firenze@gmail.com

Con gran­de pia­ce­re ed in que­sta data sim­bo­li­ca 1° mag­gio 2023 l’Ar­chi­vio 68 apre il sito. 

Apria­mo una vetri­na di tut­to ciò che l’Ar­chi­vio con­ser­va tra mate­ria­le Gri­gio, Fon­di, Eme­ro­te­ca, Biblio­te­ca, e mate­ria­le Foto­gra­fi­co, Mani­fe­sti, Volan­ti­ni e altro.

Sto­ria dell’Archivio Il Ses­san­tot­to, scrit­ta da Mau­ri­zio Lam­pron­ti, apri­le 2023…

L’Archivio Ses­san­tot­to nasce nel 1983, ma l’idea è pre­ce­den­te e vie­ne da un grup­po di com­pa­gni che ave­va­no sem­pre avu­to riguar­do per i mate­ria­li pro­dot­ti dai grup­pi dell’allora sini­stra rivo­lu­zio­na­ria. Non mol­ti l’avevano con­ser­va­to, solo alcu­ni, e altri l’avevano distrut­to quan­do nel 78/​79 la repres­sio­ne col­pi­va con impu­ta­zio­ni gra­vis­si­me anche il sem­pli­ce pos­ses­so di gior­na­li e docu­men­ti di un cer­to tipo.

Il pro­get­to decol­la nel disin­te­res­se gene­ra­le del­la cit­tà, il nucleo dei fon­da­to­ri è com­po­sta da una deci­na di per­so­ne che discu­to­no sul­la rea­liz­za­zio­ne del pro­get­to: ognu­no di loro por­ta die­ci nomi di per­so­ne che si pen­sa pos­sa­no ave­re mate­ria­li; ven­go­no spe­di­te cen­to­cin­quan­ta let­te­re a com­pa­gni che si sup­po­ne­va­no inte­res­sa­ti: rispon­de una (1) per­so­na. Il cli­ma era comun­que pesan­te, tra gli ulti­mi ane­li­ti del­le B.R. e la sco­per­ta del­la log­gia P2.

I com­pa­gni che ave­va­no avu­to l’idea dell’Archivio era­no sta­ti i pri­mi che ave­va­no con­fe­ri­to mate­ria­li. Gli altri con­tat­ta­ti furo­no scel­ti in base alle varie aree poli­ti­che anti­i­sti­tu­zio­na­li: anar­chi­ci, trotz­ki­sti, mar­xi­sti leni­ni­sti, un paio di per­so­ne che pro­ve­ni­va­no dal Mani­fe­sto, altri da Lot­ta Con­ti­nua. La discus­sio­ne riu­nì cir­ca tren­ta­cin­que com­pa­gni, una doz­zi­na inte­res­sa­ti al pro­get­to, alcu­ni poi si disper­se­ro dopo la fon­da­zio­ne dell’Archivio, qual­cu­no si è aggiunto.

Si comin­ciò a lavo­ra­re in quat­tro o cin­que per­so­ne; l’archivio vol­le esse­re fin dall’inizio sle­ga­to da grup­pi poli­ti­ci o par­ti­ti­ci; qual­cu­no l’aveva scam­bia­to per una sede poli­ti­ca, si rese­ro con­to dell’errore e se ne anda­ro­no ver­so altri lidi. L’Archivio non ha lega­mi poli­ti­ci, non ade­ri­sce a ini­zia­ti­ve, ma lo fan­no (lo con­ti­nua­no a fare) i com­pa­gni sin­go­lar­men­te. Mau­ri­zio Lam­pron­ti è nei Cobas del­la scuo­la, anche Mar­cel­lo Giap­pi­chel­li; Ful­vio D’Eri nei comi­ta­ti di base del­le Fer­ro­vie, Vin­cen­zo Simo­ni nell’Unione Inqui­li­ni; fan­no ciò che ave­va­no sem­pre fatto.

Via de’ pepi, la pri­ma sede…

La pri­ma sede è sta­ta in via dei Pepi, in S. Cro­ce. Avreb­be dovu­to esse­re in via di Mez­zo che ha ospi­ta­to fin dal 1982 l’organizzazione Lot­ta Con­ti­nua per il comu­ni­smo. Nel­la cri­si di que­sto grup­po diven­ne luo­go di incon­tro di com­pa­gni che face­va­no rife­ri­men­to alle miglio­ri espres­sio­ni dell’Autonomia; c’era un sot­ter­ra­neo, una can­ti­na, che si era pen­sa­to fos­se adat­to per l’Archivio, ma diven­ne poi una spe­cie di bar not­tur­no che si chia­ma­va Pan­te­ra Rosa, che fu otti­mo posto di ritro­vo e  luo­go di ini­zia­ti­ve con­tro lo spac­cio (nel quar­tie­re l’eroina galop­pa­va furiosa).

Quin­di, via dei Pepi: dal 1970 era una sede poli­ti­ca, dopo le ele­zio­ni del 1970 uscì dal PSIUP qua­si tut­ta la Fede­ra­zio­ne Gio­va­ni­le, qual­cu­no entrò in Lot­ta Con­ti­nua, altri orga­niz­za­ro­no il Cen­tro di Docu­men­ta­zio­ne (che ave­va un cor­ri­spet­ti­vo a Tori­no, con cui era­no in con­tat­to). Alla fine degli anni ‘70 rima­se come sede di alcu­ni col­let­ti­vi, sei per­so­ne con­ti­nua­va­no a paga­re l’affitto, non ne pote­va­no più (die­ci anni dopo) e lascia­ro­no volen­tie­ri il posto all’Archivio. Era un vec­chio fon­do (come quel­lo di via di Mez­zo) allu­vio­na­to (cin­que metri d’acqua) puz­zo­len­te: ci sia­mo sta­ti set­te anni. Nel 1989, improv­vi­sa­men­te, la pro­prie­tà che non se ne era mai cura­ta rivol­le il fon­do. La pro­prie­ta­ria era figlia di un pit­to­re di inse­gne che ave­va fat­to buo­na par­te del­le vec­chie inse­gne di Firenze.

Da via Gia­no del­la Bella…

L’Archivio ini­ziò a cer­ca­re un’altra sede al momen­to del­lo sfrat­to, qual­che set­ti­ma­na di pic­chet­ti e pres­sio­ni nei con­fron­ti del Comu­ne; si andò a occu­pa­re l’Assessorato alla cul­tu­ra e dopo un gior­no e mez­zo ven­ne fuo­ri il posto in via Gia­no del­la Bel­la. Era un orri­bi­le edi­fi­cio moder­no, nato per ospi­ta­re gli arti­gia­ni che ven­ne­ro tra­sfe­ri­ti lì dal vec­chio Con­ven­ti­no che era sta­to anche rete di rap­por­ti socia­li nel dopo­guer­ra. Alcu­ni pre­fe­ri­ro­no resta­re nel vec­chio edi­fi­cio caden­te, altri si tra­sfe­ri­ro­no nel nuo­vo Con­ven­ti­no. Oltre all’Archivio, c’era Fuo­ri Bina­rio ed una isti­tu­zio­ne per il recu­pe­ro tos­si­ci. I rap­por­ti con gli arti­gia­ni non era­no tra i miglio­ri, non capi­va­no cosa face­va­mo e per­ché lo face­va­mo gra­tis. Loro gua­da­gna­va­no dal­la loro atti­vi­tà e paga­va­no affit­to e con­do­mi­nio, noi paga­va­mo e non gua­da­gna­va­mo; era dif­fi­ci­le la con­vi­ven­za, quan­do noi arri­va­va­mo nel pome­rig­gio loro se ne anda­va­no e si rima­ne­va soli nel­lo spet­tra­le edi­fi­cio. L’Archivio si era auto­ri­dot­to il cano­ne di affit­to al 20% come pre­vi­sto dal Comu­ne stes­so per le asso­cia­zio­ni cul­tu­ra­li con sco­pi socia­li e si accu­mu­lò un bel debi­to, poi annul­la­to dopo una serie di incon­tri con i fun­zio­na­ri comunali.

… a via Gian­pao­lo Orsini!

Dopo set­te anni al Comu­ne ven­ne in men­te che lì non pote­va­mo sta­re per­ché l’edificio ave­va un’altra desti­na­zio­ne. Arri­va­no i vigi­li alla fine di un luglio cal­dis­si­mo per lo sgom­be­ro fis­sa­to la set­ti­ma­na seguen­te, sen­za che noi fos­si­mo sta­ti avvi­sa­ti. Si va all’Assessorato e si occu­pa: ci vol­le mol­to tem­po per far capi­re che la disdet­ta non era mai arri­va­ta. Il Comu­ne ave­va in idea di dare una sede a varie asso­cia­zio­ni cul­tu­ra­li. C’era il Par­ter­re in piaz­za del­la Liber­tà, dei cubi ove l’Istituto Gram­sci ave­va tenu­to per un po’ il suo mate­ria­le; poi ven­ne fuo­ri la vec­chia scuo­la di via Orsi­ni. Qui dove­va­no esser­ci, oltre all’Archivio, l’Istituto Gram­sci, il Tura­ti (PSI). Ci sareb­be­ro sta­te le tre ani­me del­la sini­stra. Si infi­la la Lega ambien­te e vie­ne fuo­ri il Forum per la pace e la guer­ra che orga­niz­za costo­si con­ve­gni a cui pre­sen­zia­no pochis­si­me per­so­ne: dopo un po’ spa­ri­sce e anche il Tura­ti tro­va di meglio; poi arri­va anche Ita­lia Nostra e final­men­te ci tro­via­mo con altri che fan­no cul­tu­ra e han­no ora­ri com­pa­ti­bi­li con i nostri

Mau­ri­zio Lam­pron­ti, 1° mag­gio 2023

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