
Ninetta Zandegiacomi, Autonomia operaia. Esperienze di giornalismo operaio, Bertani editore, Verona 1974
Nel 1970 un gruppo di consigli di fabbrica comincia a pubblicare propri giornali e bollettini. Nei due anni successivi il loro numero aumenta parallelamente con l’estendersi e il consolidarsi dei nuovi organismi di fabbrica. Si manifesta così e in breve si afferma una forma di giornalismo del tutto nuovo, anche rispetto a tutti gli altri giornali che precedentemente erano stati redatti nella fabbrica e per la fabbrica o concepiti per un pubblico di lettori operai.
I caratteri di novità sono dati anzitutto dal tipo di gestione unitaria e dalla partecipazione di operai e impiegati alla preparazione e alla raccolta del materiale pubblicato. Non si tratta più, oltretutto, salvo rare eccezioni, di scritti che vengono dall’esterno. Perciò la pubblicazione di fabbrica non riproduce meccanicamente i livelli di mediazione sui cui si attesta il processo unitario ai vertici del sindacato nelle posizioni ufficiali.
La stessa natura del consiglio, che è rappresentante diretto di tutti i lavoratori occupati in un’azienda, che è quotidianamente e direttamente esposto ai successi e ai contraccolpi di una situazione conflittuale, dà al suo giornale un carattere d’immediatezza nel rispecchiare, oltre che gli avvenimenti, le tendenze, le discussioni, i rapporti interni alla fabbrica. Di conseguenza esso è anche lo specchio più nitido del grado di maturazione della collettività operaia che vi opera e della cultura che vi si esprime a livello politico, sia nella partecipazione ai conflitti sindacali e di lavoro, sia nelle proposte alternative sui problemi di politica generale.
Questo carattere di novità è assicurato dalla stessa organizzazione che i consigli danno in genere al lavoro di impostazione e di redazione dei loro giornali.
Del giornale e responsabile un’apposita commissione, ma tutto il consiglio legge e discute il materiale prima di passarlo alla stampa. Raramente si utilizzano collaborazioni esterne, chi scrive, nella maggior parte dei casi, è membro del consiglio. Gli interventi di base, di singoli lavoratori o ili interi collettivi di reparto, non sono rari. spesso vengono previsti sistematicamente nelle pagine riservate agli «interventi dai reparti» o al dibattito…