
Gruppo Gramsci, Quaderni di Rassegna comunista n. 1, Crisi del capitale e compiti dei comunisti, Sapere Edizioni, Milano 1972
Il capitalismo sta andando verso una nuova crisi generale. Da qualche anno i miti della raggiunta stabilità economica e politica nei paesi a capitalismo avanzato stanno saltando uno ad uno. In un primo tempo, le lotte studentesche e antimperialiste, le lotte del proletariato afro-americano, le lotte del proletariato europeo hanno fatto saltare il mito dell’integrazione delle masse popolari in un capitalismo riformato. Allo stesso tempo si sviluppava una crisi dei meccanismi di accumulazione che avevano dato al capitalismo un ventennio di espansione economica senza precedenti. Lentamente questa crisi e venuta alla superficie: nel cuore stesso dell’accumulazione capitalistica, (gli USA), all’espansione è subentrato il ristagno, mentre l’inflazione, caratteristica dei periodi di forte espansione, ha continuato a galoppare apparentemente contro la volontà stessa di chi controlla Ie leve del potere. I tentativi di piegare l’inflazione e di rilanciare l’espansione non han fatto altro che estendere e generalizzare la crisi ad altri centri dell’accumulazione, acuendo i conflitti all’interno del capitale stesso, scoppiati drammaticamente con la recente «guerra» dei cambi, delle restrizioni alle importazioni, degli appoggi alle industrie esportatrici e del folklore dei dibattiti parlamentari sugli interessi nazionali, continentali, mondiali… L’Italia è uno degli anelli deboli nella situazione di generale instabilità economica e politica nella quale i centri dell’accumulazione capitalistica, i moderni
paesi imperialisti, si sentono sprofondare. Qui le lotte operaie e di altri strati popolari sono state particolarmente intense ed estese; qui la crisi economica si preannuncia acuta.
Davanti a questa situazione, la sinistra rivoluzionaria è disorientata. Le interpretazioni delle lotte, della crisi e del rapporto tra le due sono discordi. C’è chi vede la crisi come il risultato delle lotte (in Italia e all’estero); c’è chi la vede come il risultato di una volontà della borghesia e chi la vede come il risultato di errori della borghesia; c’è chi ne ha negato 1’esistenza, finché l’evidenza è diventata troppo schiacciante; c’è chi la vede come fenomeno soprattutto o esclusivamente internazionale; c’è chi la vede sfociare nella rivoluzione e chi la vede sfociare in un ritorno a un mondo di guerre interimperialiste e di aperta repressione operaia. A questo caos teorico non può corrispondere che una pratica caotica, oscillante continuamente tra
spontaneismo e dogmatismo. Questi testi vogliono essere da un lato un contributo al chiarimento teorico per tutta la sinistra rivoluzionaria, dall’altro lato il punto di riferimento teorico per il lavoro politico
dei compagni organizzati nei gruppi Gramsci di Varese, Milano, Pinerolo e Torino (C.A.I.P. K. Marx). Esse rispondono ad esigenze nate dalla pratica passata di
questi gruppi e dovranno essere continuamente arricchite, approfondite e messe in discussione dalla loro pratica futura e da confronti sempre più sistematici con la pratica e 1’analisi di quei gruppi che si muovono nella stessa prospettiva strategica.