
Cesare Battisti, L’ultimo sparo. Un «delinquente comune» nella guerriglia italiana, DeriveApprodi, Roma 1998
Il romanzo, largamente autobiografico, di un protagonista degli «anni di piombo»; evaso di prigione, condannato all’ergastolo in contumacia, residente fino all’estate 2004 in Francia, paese in cui è stimato dalla critica e dal pubblico come uno dei migliori autori di romanzi noir d’azione.
La storia di un gruppo di militanti rivoluzionari diventa metafora del destino di un pezzo di generazione inghiottita dal fuoco della lotta armata. La deriva ineluttabile verso uno scontro campale che nessuno si sente di affrontare, e a cui nessuno, contraddittoriamente, è disposto a sottrarsi. Una guerra perduta in partenza, ma che alla fine si ritiene valga la pena di essere combattuta.
Una narrazione scarna, aspra e tagliente, priva di retorica e di ideologismi giustificatori, giocata su un ritmo incalzante e avvincente. Una spirale di gesti disperati e risolti in tragedia che riesce a spiegare, molto più di tanti saggi, le ragioni di scelte esistenziali, culturali e politiche tanto radicali da comportare l’accettazione della morte data e subita.
Un romanzo utile per comprendere le ragioni per cui la suggestione della lotta armata riuscì a conquistare tanti adolescenti e per addentrarsi nelle cause e le modalità della lacerazione sociale più grave e amara vissuta nella storia recente del nostro paese.
Cesare Battisti nasce nel 1954 a Latina. Viene arrestato per la prima volta nel 1974. Nel 1976 contribuisce a dar vita all’organizzazione Proletari armati per il comunismo. Nel 1979 viene nuovamente arrestato. Nel 1981 evade dal carcere. Ripara in Francia, poi a Puerto Escondido, in Messico. Ha pubblicato in lingua francese diversi libri noir che hanno ricosso molti consensi. In Italia sono stati pubblicati Travestito da uomo (Granata Press, 1992), L’orma rossa (Einaudi, 1999), Avenida Revolucion (Nuovi Mondi Edizioni, 2003).