Torino, 1962
La rivolta di piazza Statuto segna per la prima volta l’emergere nella lotta di classe della figura dell’operaio-massa. Questa figura, nella Torino della Fiat e della Lancia, è impersonificata dai giovani operai immigrati meridionali che saranno la maggioranza di coloro che verranno poi imputati nel processo per i “fatti di violenza” che attraversarono la città dal 7 al 9 luglio 1962.
Ancor più che durante le giornate della rivolta di Genova quando, difesi dalla polizia del governo Tambroni, i neofascisti del M.S.I. volevano tenere il loro il congresso quella nuova composizione della classe si afferma in maniera netta rispetto alla composizione dei “ragazzi con le magliette a strisce” genovesi.
A piazza Statuto si affaccia il soggetto operaio che sarà il protagonista delle lotte degli anni ’70 e che con il suo protagonismo romperà gli equilibri nel mondo dell’allora sinistra politica, partitica e sindacale.
Con il testo di Dario Lanzardo, all’alba dei 60 anni da quella rivolta, mettiamo a disposizione un lavoro che, nelle parole del suo stesso autore, non è “interpretativo” ma una “ricerca” che mette a disposizione due storie contrapposte – quella riportata nella prima parte (capitoli I e II) e quella nella parte titolata La “memoria di parte” con le testimonianze dei protagonisti diretti tra cui Sante Notarnicola allora 25nne operaio in una fabbrica chimica arrivato a Torino dalla Puglia.
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