
Attilio Mangano, L’altra linea. Fortini, Bosio, Montaldi, Panzieri e la nuova sinistra, Pullano Editori, Catanzaro 1992
C’è una generazione che inizia il suo lavoro intellettuale militante negli anni dell’egemonia moderata del togliattismo e si sottrae al fascino politicista dello stalinismo italiano elaborando metodi di ricerca sociale e strumenti di cultura politica nuovi. Franco Fortini e Gianni Bosio, Danilo Montaldi e Raniero Panzieri – oggi che la fine del socialismo realizzato sembra voler cancellare dalla memoria accanto al comunismo terzinternazionalista anche militanti diversi, inquieti, critici, eterodossi e libertari – appartengono a questa generazione che ha dato luogo alla cultura della nuova sinistra degli anni Sessanta e Settanta. Diversi fra loro per opzione politica e ideologica, si incontrano e si dividono, collaborano e polemizzano mentre in realtà sono accomunati da una metodologia (antagonismo sociale, movimento di base, primato del soggetto-classe sul partito-predicato, azione dal basso, conoscenza concreta, co-ricerca e inchiesta) che rimane a fondamento della diversità e originalità della nuova sinistra. La rete dell’intellettualità di massa sorta dopo il ’68, e ancora in cerca di nuove vie di uscita dalle ipoteche moderate della sinistra italiana, può ritrovare in quella metodologia l’indicazione di quella alternativa dal basso di cui si ritorna a parlare?