
Area, Finardi, Gianco, Lolli, Manfredi, Sannucci, Stormy Six, Ma non è una malattia, Savelli editore, Roma 1978
Cantano gli Area: «Il mio mitra è il contrabbasso».
Naturalmente no, non è un mitra quel contrabbasso imbracciato dagli Area, ma si capisce bene cosa quel verso voglia dire e che cosa comunque significhi per chi lo ascolti sulle bande delle prime radio libere, ai concerti di Re Nudo e ai mille altri organizzati tra il 1970 e il 1975, nelle scuole occupate, nelle piazze, nei quartieri. Perché di questo si parla nel presente libro: si parla di cantanti e gruppi musicali che hanno accompagnato l’aggregarsi dei giovani in mille rivoli, in molti luoghi, in tante forme diverse; e di questo aggregarsi – della cultura e dei sentimenti che esprimeva – Finardi e Manfredi e gli altri sono stati una delle manifestazioni: certo tra le più sincere e aderenti alle emergenze e alle contraddizioni di un percorso che è stato ed è quello di decine di migliaia di giovani non garantiti e non rassegnati. Da Alpe di Viceré a Parco Lambro a Licola; da Gioia e rivoluzione ai circoli giovanili, alla crisi della militanza, a Zombie di tutto il mondo unitevi.
È una storia pasticciona ed entusiasta, che sgrana le sue vicende con toni sempre dolcemente enfatici, nella tristezza come nell’allegria. È una storia che oggi riflette su se stessa e che – anche attraverso le canzoni dei cantanti e dei gruppi qui antologizzati – fa i conti col proprio futuro perché non ci siano più dei «tranquilli festival pop di paura».
7 autobiografie; 105 testi di canzoni; molte armonizzazioni.
In appendice. I motivi di una polemica per nulla interessante: un diverbio con Bruno Lauzi