
Pablo Echaurren, Parole ribelli: i fogli del movimento del 77, Stampa alternativa, Roma 1997 Febbraio 1977. Le Giacche Blu controllavano da anni che gli indiani non si allontanassero dalle riserve, ma un bel giorno tutte le tribù decisero di abbandonare gli accampamenti. Calarono nelle città, invadendo coi loro visi colorati le strade intristite dallo smog. Per comunicare usavano una lingua nuova, poetica, extravagante, desiderante, che si traduceva in una scrittura disordinata, ribelle, ironica, incomprensibile alle Lingue Biforcute. Che cento fiori sboccino, che cento radio trasmettano, che cento fogli preparino, un altro ’68 con altre armi. Le armi del gioco, dell’umorismo, del paradosso dello sberleffo, e della creatività produssero nel 1977 una piccola galassia di carta stampata, in cui si riflettevano per l’ultima volta i lampi di quelle avanguardie (futurismo, dadaismo, surrealismo) che, rinnovando l’arte, volevano rinnovare la vita. |