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Lucia­no Fer­ra­ri Bra­vo, Ales­san­dro Sera­fi­ni, Sta­to e sot­to­svi­lup­po, Fel­tri­nel­li, Mila­no 1972


«Il sot­to­svi­lup­po non è sol­tan­to il “non-anco­ra” svi­lup­po, cosi come vole­va già “l’ot­ti­mi­smo” dei clas­si­ci del­l’e­co­no­mia poli­ti­ca che si pro­lun­ga ben adden­tro ai nostri gior­ni; ma non è nep­pu­re solo il “pro­dot­to” del­lo svi­lup­po, secon­do un modo sta­ti­co, “strut­tu­ra­li­sta” di leg­ger­ne la fisio­no­mia, a tor­to rite­nu­to l’ul­ti­ma paro­la del mar­xi­smo teo­ri­co su que­sto tema. Esso è una fun­zio­ne del­lo svi­lup­po capi­ta­li­sti­co: una sua fun­zio­ne mate­ria­le e poli­ti­ca. Ciò che, deter­mi­nan­do­si, signi­fi­ca: fun­zio­ne del pro­ces­so di socia­liz­za­zio­ne capi­ta­li­sti­ca, del­la pro­gres­si­va costi­tu­zio­ne del “socia­li­smo” del capi­ta­le.
Svi­lup­po è infat­ti quel­lo del pote­re capi­ta­li­sti­co sul­la socie­tà nel suo insie­me, del suo “gover­no” del­la socie­tà – del suo sta­to».
Così, nel­l’in­tro­du­zio­ne, è fis­sa­to il pun­to di vista gene­ra­le a par­ti­re dal qua­le cia­scu­no dei due sag­gi qui pub­bli­ca­ti esa­mi­na aspet­ti deci­si­vi del­la vicen­da del­l’in­ter­ven­to sta­ta­le nel Mez­zo­gior­no in que­sto dopo­guer­ra. Sia l’a­na­li­si degli aspet­ti isti­tu­zio­na­li e del­la loro rile­van­za sul­la for­ma com­ples­si­va del­lo sta­to, che costi­tui­sce l’og­get­to del pri­mo sag­gio, sia l’e­sa­me del rap­por­to tra movi­men­ti del­la for­za-lavo­ro meri­dio­na­le e svi­lup­po ita­lia­no negli anni Cin­quan­ta, che è ogget­to del secon­do, deli­nea­no un approc­cio che rom­pe radi­cal­men­te, anche sul pia­no meto­do­lo­gi­co, con l’e­sau­sta tra­di­zio­ne del pen­sie­ro meridionalista.