-Non credo di essere tanto cattivo, non mi considero depravato o delinquente, siamo poi sicuri che esiste un delinquente? Sono uno dei tanti, mentre tu leggi io ti passo accanto o ti guardo da un autobus. Sono uno dei tanti schiavi operosi, dei tanti esseri curvi sotto il peso dell’amarezza, dell’alienazione.Giulio Sei uomo! Amico, è per te che sono rivoluzionario
- Diritto alla gioia- Se lavoro sto male, se non lavoro è uguale
- No alla depressione di classe, no al potere triste
- A morte i biechi blu
- Pe’ fa ‘na vita meno amara; me so comprato ‘na lupara…
- Creiamo distruggendo
- Come nel ’68? No, peggio, oggi c’è la crisi
- II collettivo Indiani Metropolitani, suona i tam-tam per chiamare a raccolta tutte le tribù più selvagge degli emarginati, drogati, teppisti, freakettoni. Lunedì 14 alle 16 per un carnevale di festa e guerra in città. Custer boia
- Meglio l’erba che la televisione
- Ci hanno cacciati dall’università, ora ci prendiamo la città
- Guvernu talianu ti ringraziuca pi pisciari non si paga daziuca pi fari la bona cacatanon c’è bisognu da carta bullata
- Bombardiamo il quartier generale dell’imbecillità
- Più baracche meno case- Potere padronale
- Indiani organizzati, diritto di giocare, nelle riserve non ci vogliamo stare. Viva i sacrifici
- Vogliamo le baracche non le case
- Le persone sono sole perché costruiscono muri invece di ponti
- Noi mangiamo sandwiches di realtà
- Emarginati di tutto il mondo unitevi e divertitevi
- Tutto il potere al vizio di classe – Sto male, scusate se non c’entra niente
- Provocatori sono i corpi separati dello stato
- Portare l’attacco al cuore dello stato, tutto il potere al povero strippato
- Più lavoro meno salario- Andreotti è rosso, Fanfani lo sarà
- Legna legna legna, non smetter di legnare, la gobba di Andreotti vogliamo raddrizzare
- Processo all’università: condannate le istituzioni, assolti i compagni
- Porci baroni pagherete tutto
- Fichera
- Romani porci baroni oggi prosciutti domani
- No al numero chiuso, no alla meritocrazia, università di massa senza baroni, senza polizia, che sviluppi conoscenze legate alle lotte e ai bisogni della classe operaia in cui ci sia la totale agibilità di manifestazione politica Comitato di lotta contro le riforme
- Fuori i baroni rossi, bianchi, neri o a pallini
- La politica è impossibile e impossibile chi la pratica
- Polizia, carabinieri: assassini più di ieri- Andreotti, Berlinguer, la repressione continua
- No al governo Berlingotti
- Baroni, padroni, pompieri, aspiranti dirigenti, topi di sezione, oscuri burocrati, gente con la linea in tasca. Forse tra qualche giorno ce ne andremo e proverete a dimenticare tornando con: bacheche, circolari processo democratico, giornali registri, libri mastri, orpelli specchietti, proposte in positivo ma azioni costruttive, delegati e mozioni (ma non rompete i coglioni) Direte: era un fuoco di paglia un’oscura marmaglia senza proposizioni(ma non rompete i coglioni) ma tutto questo non è stato invano noi non dimentichiamo…Per il vostro potere fondato sulla merda per il vostro squallore odioso, sporco e brutto Pagherete caro, pagherete tutto Collettivo Resa dei conti, di Piazza Bologna
- Celerini e pompieri visite brevi- I baroni fanno la cacca rossa
- Son tornate le streghe, son tornati gli stregoni, Andreotti fuori dai cojoni
- Chiudiamo i covi di Cossiga
- La riforma Malfatti è una cacata enorme
- Malfatti ti faremo lavare i piatti, ma senza detersivo perché hai fatto il cattivo
- Ci hai rotti governo Berlingotti
- Chiudere i covi del terrore: Botteghe Oscure, Viminale, piazza del Gesù
- No alle droghe elettriche: la TV fa male. Affitto proletario = 100 % del salario
- Cattolici cristiani per voi non c’è domani, son nati i nuovi neroniani
- Tante croci per tanti ciellini
- Portare l’attacco al cuore del papato, attenti arriva il chierichetto armato
- Se tutti quelli del PCI si mettessero in fila e si passassero parola, alla fine direbbero tutti la stessa cosa
- La rivoluzione è una cosa seria e si fa con allegria.
- Amore, amore, amore, fammi venire, veniamo insieme con la rivoluzione
- Provocate emozioni
- Coloriamo i pensieri e balliamoci attorno
- Potere dromedario
- La rivoluzione è una festa o non si fa
- Riprendiamoci il mondo- … e sarà una risata che vi spazzerà via
- Ciò che non cambia è la volontà di cambiare
- Libertà dal conosciuto
- Cutrettoliamoci la vita. ( Nucleo cutrettolesi giocherecci)
- No all’ideologia, si alla comunicazione
- Succede di tutto oggigiorno, il sole è una femmina e il maschio è la luna
- II colore dei pensieri è il colore dell’universo le situazioni contingenti lo tingono di rosso- Contro la depressione fate la rivoluzione
- Oggi non sono stata triste non voglio esserlo mai più
- Chiudiamo i covi grigi che stanno a Palazzo Chigi
- Geronimo, Kocis, Nuvola Rossa tutti i giovani alla riscossa
- Affinchè la morte ci trovi vivi e la vita non ci trovi morti
- Libertà per i bidelli ingabbiati
- È bello essere famosi anonimamente
- We love you Amendola con le orecchie a svendola
- No allo spontaneismo, si alla spontaneità
- Devi inventare un mondo nuovo di colore turchino
- Quando la merda acquisterà valore i poveri nasceranno senza culo
- Durante la comune di Parigi, i comunardi prima di sparare alla gente, spararono a tutti gli orologi di Parigi e li frantumarono, volevano fermare il tempo degli altri, dei padroni. Oggi davanti a me al di là delle vostre facce io vedo una maschera…
- 500.000 ore, 35 lire, questa è la vertenza che dobbiamo aprire
- Pipe ai pensionati, canne ai ragazzini, nuclei sconvolti clandestini
- Organizziamo la nostra rabbia, occupare è bello. Non troppo
- Vampiri di tutto il mondo unitevi
- Non vogliamo università pulite ma giuste
- Volete farci vivere strisciando e piangendo, meglio alzarsi e morire ridendo
- L’inferno è rosso il paradiso lo sarà
- La rivoluzione si fa con le bolle di sapone. Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine
- Potere a nessuno
- Togliamo le serrature dalle porte, le porte dai cardini
- Proletariato nostro, che sei in fabbrica, sia affermata la tua egemonia venga la tua dittatura sia fatta la tua linea cosi in fabbrica come nella scuola dacci oggi il nostro collettivo quotidiano rimetti a noi il nostro movimento di massa come noi ti rimettiamo la direzione complessiva non ci indurre in frazione ma liberaci dalla guardia estrema
- Costoro sono nati per una vita che resta da inventare nella misura in cui hanno vissuto, è per questa speranza che hanno finito con l’uccidersi…
Appesa sui muri della ‑facoltà di Lettere verso la metà perìodo dell’occupazione, questa riflessione fantapolitica del collettivo Scimmia d’oro, dal titolo Comunismo e/o barbarie, descrive l’occupazione ed i suoi sviluppi visti, a distanza di molti anni, ormai come una favola. Il manifesto si chiude però con un brusco ritorno alla realtà ed ai suoi problemi, fino alla necessità, “tutta comunista,” di “ritrovare la dura coerenza della scienza delle cose”.
Essi si stanziarono nella riserva il 2 febbraio 1977 (secondo il vecchio calendario) anno 1 della Grande Occupazione. Tale atto (che oggi viene ricordato nella celebrazione della S.S. Occupazione dell’Università) fu subito compreso nella sua essenza non di transitoria manifestazione bensì di definitiva scelta di vita (alcuni storici oggi ritengono che qualche deviante nei primi tempi della Grande Occupazione sostenesse che questa costituisse un mezzo e non un fine; noi ovviamente non accettiamo una simile assurda ipotesi). Nei primi giorni dell’Occupazione dell’Università alcuni di Essi, in accordo con le teorie del nostro studioso napoletano Giovambattista Vico, ritennero che il fenomeno dell’Occupazione dovesse inserirsi all’interno di un ciclico decennale ripetersi di avvenimenti legati al magico numero di 68. Il Pecchioli (noto filosofo e politico della cui produzione ci rimangono purtroppo solo pochi frammenti) pare sostenesse, in una sua poderosa opera di dodici volumi, trattarsi di “poche decine di provocatori”. Ora non sappiamo esattamente quali preziosi concetti nascondesse questa ardita metafora, è certo però che solo grazie allo sforzo organizzativo e teorico dell’organizzazione che il Pecchioli guidava Essi riuscirono a portare a termine la grande Occupazione. Ci rimangono, è vero, dei frammenti da cui potrebbe sembrare che anche altre organizzazioni politiche contribuissero al successo dell’iniziativa, ma sia i loro strani nomi (Ao; Pdup; Lc) sia la mancanza di ogni riscontro storico sulla loro effettiva presenza nel XX secolo (secondo il vecchio calendario) ci fa ritenere piuttosto che si tratti solo di simboli fonetici di chissà quali metafisici concetti. La grande intuizione che Essi ebbero è che non si potesse abbattere il sistema borghese senza distruggere anche tutti quei valori, quei comportamenti borghesi che, confinati nella sfera del “personale”, erano stati da tutti ritenuti non degni di menzione. Il comunismo non era dunque solo l’autogoverno dei produttori ma era anche la scoperta della propria sessualità, il diritto a godere, a giocare, il trionfo del principio del piacere sul principio della realtà. E i geloni della classe operaia? Sarebbero scomparsi anche quelli, perché l’impossibile era realistico. Purtroppo Essi si divisero subito in due grandi fazioni: coloro che volevano organizzarsi con la logica e coloro che volevano organizzarsi con la fantasia (fu solo nel Grande Concilio di Lettere che venne definito il Mistero della Santa Organizzazione). Se oggi ci sfuggono i termini di tali sottili disquisizioni non dobbiamo credere che essi si perdessero a lungo in vane dispute: decisero di non organizzarsi.Nel frattempo il Potere con inusitata solerzia diede inizio alla costruzione della nuova facoltà di Ingegneria, la cui realizzazione (della quale molti disperavano) giaceva da molto tempo nel limbo dei progetti, poi furono anche altre facoltà; ben presto (nel giro di pochi mesi) all’insaputa di tutti, fu terminato un nuovo complesso universitario nella periferia della città. Gli studenti vi presero presto le nuove lezioni nelle nuove facoltà.Intanto Essi, travagliati da molteplici divisioni interne, avevano deciso di rinchiudersi nella vecchia università fino a quando non fossero riusciti a definire se il colore dell’Utopia dovesse essere il blu turchese (come sosteneva l’ala più moderata) o il blu di Prussia (come sosteneva l’ala più intransigente). Il Potere cosi ebbe tutto il tempo di fare erigere un muro attorno all’università che divenne la Riserva La speranza era che Essi si estinguessero lentamente, ma inaspettatamente Essi iniziarono a riprodursi anche in cattività. Solo alla terza generazione (verso il 50 d.O.) qualcuno si accorse del Muro, qualcuno (di cui poi non si seppe più nulla) disse che i vecchi si erano accordati con il Potere per costruire il Muro. In breve però ci si abituò al Muro e gli ultimi di Essi chiesero a tutti di credere con un atto di fede nel Mondo Esterno. Pare risalgano a quegli anni alcuni riti, patrimonio che Essi tramandarono ai loro figli (secondo alcuni storici tramite iscrizioni murali che sarebbero poi state cancellate dall’azione erosiva delle intemperie) e da questi, di generazione in generazione, fino ai giorni nostri; già da allora i più giovani restavano affascinati dalle magiche formule di questi rituali (p.e. “casa scuola fabbrica e quartiere, la nostra lotta è per il potere” oppure “studenti e operai uniti nella lotta”); di che sesso bisognava, ad esempio, considerare “l’operai”” mitica entità misteriosa che ricorreva in tante formule? Le radici di una rivolta. L’unica regola che reggeva la comunità era il dover essere felici. Tutti gli storici sono unanimi nell’affermare che in nessuna sede si pose mai il problema di ricercare le cause, i perché dell’infelicità. Pare che bastasse dire di voler essere felici per esserlo automaticamente; secondo alcuni sembra però che taluni dotti spiegassero l’infelicità ricorrendo ad una entità metafisica chiamata “Capitalismo” (che pare si ricollegasse all’entità misterica “operaio” ricorrente nei riti); ma tali astrazioni, che non erano alla portata di tutti, rimasero nell’ambito di ristretti cenacoli che presto si estinsero senza lasciare traccia di sé. I pochi dissidenti che mostrarono di non essere felici e di non sentirsi del tutto a loro agio furono considerati sospetti. Non esistono documenti che testimonino resistenza di rapporti di qualsiasi tipo col Mondo Esterno; gli storici sono unanimi nel negare che ce ne siano mai stati.
- Le spranghe di ferro nel ’68, nel ’77 le P. 38
- Un’avventura cominciata un certo giorno e finita in un altro con idee che non sono proprio le stesse
- Spiazzati dalla piazza.
- Occupanti, disoccupati, femministe, studenti medi, precari, eccetera… le separazioni ci dividono sempre più e siamo maggiormente controllati. Questa lotta rischia di fallire se mi riconosco solo come studentessa e lotto per la riforma Malfatti, cosi fallisco se, come donna, riconosco il femminismo un metodo di liberazione di me come individuo Una compagna
- I porci hanno perso le ali. La compagna Lidia Ravera ha scritto un articolo calunnioso e provocatorio su un settimanale di Mondadori (Panorama). I compagni e le compagne di azione ne escono come personaggi deliranti non solo ma anche come anticomunisti! Lidia Ravera abituata a mercificare le sue emozioni (vedi successo pilotato dalla stampa borghese) cerca di trasformare in merce le nostre lotte, le nostre contraddizioni. È tutto molto grave perché Lidia si dice compagna e femminista. Che significa per lei essere compagna? Mercificare il culetto di Antonia? (il film in lavorazione costa 600.000.000), o offendere compagni non da indiani ma da squadristi, e la copertina di “Panorama” con i compagni con i bastoni in mano!? Forse è proprio vero che, come diceva un compagno, il libro Porci con le ali lo hanno scritto Susanna Agnelli e Ugo La Malfa
- a) Compagna che duri anche dopo l’occupazione b) Fare discorsi meno fusoni ma più concreti c) Esprimersi in tutti i modi (oltre queste cazzate) d) Vivere tutte le contraddizioni possibili ed immaginabili e) Risolverle f) Capire perché vado d’accordo solo con quelli che chiamano inetti g) Convincermi se lo siano effettivamente h) Decidere se essere matto anch’io e rimanerci sempre i) Abolire tutti i “non si deve“ 1) Scusarmi con quelli che si sono sorbiti questa lista.
- Ora sappiamo cosa fare, lottare per creare
- Marx non è un feticcio
- L’università è finalmente nostra, godiamoci l’occupazione, no alla preoccupazione
- Compagni, questo non è più il ’68, questo è il 1977
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