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Italia: The Philosopher and the Gendarme

Marie-Blan­che Tahon e André Cor­ten, Ita­lia: The Phi­lo­so­pher and the Gen­dar­me, Pro­cee­dings of the Mon­treal Col­lo­quium , Vlb edi­tor, Mon­treal 1986


Evo­ca­re l’I­ta­lia signi­fi­ca evo­ca­re l’e­su­be­ran­za medi­ter­ra­nea, il buon cibo, il papa­to, la mafia.
Sul pia­no poli­ti­co, è anche la soste­ni­bi­li­tà del­la Demo­cra­zia Cri­stia­na in un con­te­sto di scan­da­li e insta­bi­li­tà; rego­la­men­to di con­ti san­gui­no­so, Bri­ga­te Ros­se …
Ma l’I­ta­lia è anche lot­te ope­ra­ie, svi­lup­po ine­gua­le, colo­nia­li­smo da Nord a Sud, migra­zio­ni inter­ne; è anche cri­si, disoc­cu­pa­zio­ne, man­can­za di futu­ro.
L’I­ta­lia del­la metà degli anni Set­tan­ta è il luo­go dove gli “emar­gi­na­ti”: don­ne, disoc­cu­pa­ti, gio­va­ni, lavo­ra­to­ri “neri” o pre­ca­ri, pro­du­co­no beni, ser­vi­zi … e lot­te , e dove nul­la giu­sti­fi­ca, ai loro occhi, che si pon­go­no, come vor­reb­be il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no, sot­to la dire­zio­ne degli ope­rai tra­di­zio­na­li.
L’I­ta­lia diven­ta allo­ra ter­re­no di lot­te socia­li pro­po­nen­do una via nuo­va, diver­sa da quel­la poli­ti­ca, fuo­ri dai par­ti­ti, più vici­na ai desi­de­ri indi­vi­dua­li, ai pro­ble­mi socia­li, alle aspi­ra­zio­ni spe­ci­fi­che e con­cre­te, sen­za dele­ga di pote­re o rap­pre­sen­tan­za: l’au­to­no­mia!
L’I­ta­lia di fine anni ’70 e ’80, è anche la repres­sio­ne, la pri­gio­nia di intel­let­tua­li, i pro­ces­si flu­via­li, gli impu­ta­ti in gab­bia davan­ti ai loro giu­di­ci, il regi­me di emer­gen­za, le car­ce­ri spe­cia­li, tut­to que­sto in nome del­la “Sicu­rez­za Nazio­na­le”.
È que­sta Ita­lia che vi invi­tia­mo a leg­ge­re e sco­pri­re in que­sto libro.

La radicalité du journalist

Com­mu­ni­ty and IT

André Cor­ten e Marie-Blan­che Tahon (testi rac­col­ti e pre­sen­ta­ti da), La radi­ca­li­té du jour­na­li­st, Com­mu­ni­ty and IT , Vlb èdi­teur, Mon­treal 1986
Come i com­pu­ter tra­sfor­ma­no la vita quo­ti­dia­na.
Come il rap­por­to quo­ti­dia­no con que­sti nuo­vi ogget­ti, come i “gesti del­la men­te”, cam­bia­no il com­pu­ter stes­so. In que­sta nuo­va vita quo­ti­dia­na, la comu­ni­tà, il comu­ni­smo può esse­re ripen­sa­to alle sue radi­ci.
Nel­la pri­ma par­te, la rifles­sio­ne su “Vita quo­ti­dia­na e comu­ni­tà” è orga­niz­za­ta in par­ti­co­la­re sul­la base del­le tesi del­la Scuo­la di Buda­pe­st, con la par­te­ci­pa­zio­ne di due emi­nen­ti mem­bri: Agnès Hel­ler e Ferénc Fehér. Si è poi svi­lup­pa­to in stu­di con­cre­ti sul­la “pun­ki­tu­de”, sul­la comu­ni­tà degli uomi­ni nel­l’I­slam, sui cir­co­li del­le don­ne con­ta­di­ne in Que­bec, ecc.
In una secon­da par­te si apre il dibat­ti­to sul­l’e­mer­ge­re, con l’IT, di una nuo­va cul­tu­ra. Le opi­nio­ni sono mol­to divi­se; que­ste dif­fe­ren­ze riguar­da­no anche il modo in cui si for­ma­no oggi le con­ce­zio­ni del­la comu­ni­tà.
Dibat­ti­to gene­ra­zio­na­le. La gene­ra­zio­ne dei 68 e quel­la degli 86 si sono con­fron­ta­te per dare un sen­so alla quo­ti­dia­ni­tà. Il cam­po è quin­di tan­to quel­lo del­la filo­so­fia poli­ti­ca quan­to quel­lo del­lo stu­dio del­le tra­sfor­ma­zio­ni cogni­ti­ve e socia­li che si rea­liz­za­no con la tec­no­lo­gia dell’informazione.