Rovelli, Cavazzi, Rambelli: la lotta della SIR è un punto di riferimento per tutto il proletariato lamentino
Articolo tratto da Comunismo – giornale degli operai e dei proletari del sud – n° 1 – Luglio 1976
Foto del periodo Gennaio-Febbraio 1976
Comitato Disoccupati Organizzati Napoli
Fu agli inizi degli anni 70, con la città umiliata dal colera, che nel centro storico nacquero le prime liste dei “senza lavoro”. Il loro obiettivo era ottenere la stabilizzazione di fasce della popolazione che non si sentivano garantite dal collocamento statale, non si riconoscevano nei partiti tradizionali e nemmeno nel sindacato. “Ci vogliono far morire come le zoccole (i topi, ndr), difendiamoci stando uniti” gridavano attraversando le strade in corteo. Il primo comitato si radunò in vico Cinquesanti, nel popolare quartiere San Lorenzo, facendosi rapidamente conoscere in tutta Italia. Fabrizia Ramondino dedicò loro un libro, mentre Enzo Gragnaniello – che da lì veniva – chiamò la sua prima band proprio Banchi Nuovi. “Era una piccola sede, non avevamo mezzi economici. Solo pittura e pennello per i manifesti, una tessera per il censimento e le nostre idee da difendere”, racconta Maria Pia Zanni, che per anni è stata in testa ai cortei. Fu in quel bugigattolo di via Banchi Nuovi che si consolidò il “Movimento di lotta per il lavoro”, la sigla che assunse la leadership nei primi anni 80, mentre Napoli stavolta affondava nelle sabbie mobili del dopo terremoto. “Il movimento” racconta oggi Maria Pia “riuniva migliaia di persone. Gli ultimi degli ultimi, attraverso di noi, avevano una voce. Attorno a questa esperienza si sono ritrovate tante persone che hanno saputo rimettersi in gioco a costo di enormi sacrifici. Le più coraggiose erano le donne”. Maria Pia Zanni si sente ancora una di loro: “Nel movimento sono cresciuta e anche oggi mi ci sento dentro a pieno titolo”
Tratto da “… il racconto di 40 anni sulla strada” di Dario Del Porto
Foto di Riccardo Siano