
Mario Alcaro, Dellavolpismo e nuova sinistra, Dedalo libri, Bari 1977
Lo studio di Mario Alcaro segue uno dei tracciati teorico-politici che hanno espresso i primi «gruppi» degli anni Sessanta e poi le posizioni attuali della nostra sinistra.
Punto di partenza l’elaborazione di G. Della Volpe in cui Alcaro legge sincronismi con la togliattiana «via italiana al socialismo», ma anche divaricazioni rispetto a questa e alla pratica teorica ufficiale del movimento operaio.
Del dellavolpismo è messa in luce la carica di rottura rispetto agli orientamenti del marxismo storicista e del «materialismo dialettico» e la sua lotta per riconvertire il marxismo da ideologia in strumento di analisi scientifica della realtà sociale.
«Tracce» di dellavolpismo sono così scoperte da Alcaro sia nel gruppo di intellettuali (Colletti ecc.) che nel 1956 ruppero con il Pci, come pure nella rilettura di «tutto Marx» che con i «Quaderni rossi» e con «classe operaia» diedero Panzieri e Tronti.
Alcaro mette però in luce la diversa finalizzazione politica cui approda in Panzieri e Tronti lo studio critico del Capitale, che nel secondo sbocca nella subalternità rispetto al partito riformista.
Il volume chiude sul dibattito «contro Togliatti o oltre Togliatti» che si è aperto nella nuova sinistra a cavallo delle elezioni del giugno 1976.
Mario Alcaro è borsista all’Università di Calabria dove si è laureato. Ha pubblicato assieme ad A. Paparazzo Lotte contadine in Calabria (Lerici 1976). Collabora a «Classe».