Chiudiamo i covi della produzione bellica
150 compagni fanno propria l’indicazione dell’Assemblea di lotta presentandosi sin dal primo mattino davanti ai cancelli della Remie per costruire un primo momento di discussione reale con gli operai occupati. L’iniziativa non incontra l’adesione degli operai nonostante i vari incontri fatti precedentemente. Determinante risulta essere il comportamento sindacale che attacca l’iniziativa di lotta attraverso un delirante quanto provocatorio volantino dando agli operai la consegna “militare” di entrare senza discutere con i compagni presenti. Per essere sicuri di ottenere questo risultato più di un centinaio di carabinieri militarizza l’intera zona e presidia l’ingresso della fabbrica. Nonostante questo la volontà di lotta non si piega: un corteo non autorizzato attraversa prima il centro di Rossano Ven. per poi trasferirsi a Bassano dove, dopo essersi ricomposto davanti all’abitazione dei Gasparotto si mette in moto per poi concludersi davanti alla sede della CGIL, dove venivano denunciate le responsabilità del sindacato per la provocazione del volantino distribuito al mattino e per non essere in alcun modo intervenuti in occasione della morte sul lavoro di Maurizio Giaron.