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Ballata per Franco Serantini – Ivan Della Mea

Di nome ave­vi Fran­co,
cogno­me Seran­ti­ni;
i nazi-cele­ri­ni
ti han fat­to morir
ti han fat­to morir.

Ti han­no pre­so in piaz­za,
gri­da­vi “No al fasci­smo!”,
ma un figlio di nes­su­no
que­sto non lo può gridar.

Ave­vi solo ven­t’an­ni,
vive­vi l’a­nar­chia,
ti han coper­to d’o­dio,
di bot­te e san­gue. Sì!

Chiu­so nel­la tua cel­la,
cer­ca­vi inva­no aiu­to,
ma a un figlio di nes­su­no
l’a­iu­to non si da!

Così, la tua vita
te l’han strap­pa­ta via.
Ridi, Demo­cra­zia
fasci­sta e non Cristiana.

E tu, Scu­do Cro­cia­to,
bestem­mi anche al Cri­sto:
sei scu­do del fasci­smo
di ieri e oggi, ancor.

Con­tro que­sto fasci­smo
che ha il segno del­la mor­te,
Fran­co, la tua sor­te
ci chie­de l’unità!

Una uni­tà di clas­se,
sopra grup­pi e par­ti­ti,
una uni­tà in coscien­za
di nuo­va resistenza.

“Tene­te­mi nel cuo­re!“
ci gri­da Seran­ti­ni,
“Tene­te que­sto amo­re,
è amo­re per lottar.

Tene­te­mi nel cuo­re,
com­pa­gni e cri­stia­ni!
Tor­na­te, par­ti­gia­ni,
ed io non morirò!”