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Stornelli pisani – Alfredo Bandelli

Il cen­tro­si­ni­stra è un gran­de gover­no,
sor­ret­to da Nen­ni e dal Padre­ter­no;
e il Padre­ter­no, il fat­to è pale­se,
par­la una lin­gua vici­na all’inglese.

E noi dicia­mo: «A mor­te il padro­ne,
ban­die­ra ros­sa, rivoluzione!».

Rus­sel e Sar­tre, coi loro lamen­ti,
non fan­no ces­sa­re i bom­bar­da­men­ti
e il Tri­bu­na­le, con la sua accu­sa,
non fer­ma un tubo la guer­ra degli USA.

E noi dicia­mo: «A mor­te il padro­ne,
ban­die­ra ros­sa, rivoluzione!».

«Fac­cia­mo l’a­mo­re, non fate la guer­ra»,
così i paci­fi­sti dal­l’In­ghil­ter­ra;
scrit­to sui muri, stam­pa­to in car­tel­li,
lo tro­vi ai nego­zi di Fel­tri­nel­li;
col con­to in ban­ca è faci­le ama­re
per chi coi padro­ni non ha da lottare.

E noi dicia­mo: «A mor­te il padro­ne,
ban­die­ra ros­sa, rivoluzione!».

Re Costan­ti­no, lupo di mare,
vede il suo tro­no velo­ce affon­da­re,
cor­re in suo aiu­to – non è cosa stra­na -
la sesta flot­ta ame­ri­ca­na.
La Gre­cia è a posto, si va in Israe­le
a dar una mano al ser­vo fedele.

E noi dicia­mo: «A mor­te il padro­ne,
ban­die­ra ros­sa, rivoluzione!».

Con le fiac­co­la­te, le mar­ce e le veglie,
non rechi distur­bo a chi per te sce­glie:
la via ita­lia­na al socia­li­smo
pas­sa, com­pa­gni, per il riformismo.

E noi dicia­mo: «A mor­te il padro­ne,
ban­die­ra ros­sa, rivoluzione!».

Non basta dire: «No all’a­tlan­ti­smo,
yan­kee go home, abbas­so il fasci­smo!».
Per esse­re libe­ri, guer­ra tota­le,
guer­ra ai padro­ni ed al capitale!

E noi dicia­mo: «A mor­te il padro­ne,
ban­die­ra ros­sa, rivoluzione!».

Mario della Piaggio – Giovanna Marini

Pove­ro Mario, l’han­no licen­zia­to
Era il più bra­vo di tut­to il capan­no­ne
Ma il tem­po è tem­po, e tren­ta pez­zi all’o­ra
Per quel mer­da del con­trol­lo non sono tanti

Tren­ta è la rego­la, e un pò di più non gua­sta
L’ha det­to Piag­gio all’ul­ti­ma riu­nio­ne
Chi fa di meno si cam­bia emi dispia­ce
Ma la cate­na non si fer­ma, non c’è ragione

Pove­ro Mario, s’e­ra fat­to male
Quan­do allo scio­pe­ro di due gior­ni pri­ma
Quel cele­ri­no con la ghi­gna cane
Gli calò la maz­za­ta sul­la spalla

Anda­va pia­no, con la spal­la gon­zia
Ammon­ta i pez­zi die­tro alla cate­na
E il capo­ra­le, ruf­fia­no del padro­ne
Con l“orologio in mano sta­va a ride’

Ma un gior­no Mario, vedrai quel­la cate­na
Si fer­me­rò per­chè nel­le tur­bi­ne
Ci si but­ta padro­ne e capo­ra­le
Che stan­no bene insie­me, insie­me morti

Il Potere Operaio – n° 13

Cen­tro di stu­di poli­ti­ci e socia­li e Archi­vio sto­ri­co Il Ses­san­tot­to di Firenze

Il Potere Operaio – n° 14

Cen­tro di stu­di poli­ti­ci e socia­li e Archi­vio sto­ri­co Il Ses­san­tot­to di Firenze

Il Potere Operaio – n° 15

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