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Gatto selvaggio

Nel­la pri­ma­ve­ra del 1963, nel­le fab­bri­che tori­ne­si, uscì il gior­na­le “Gat­to sel­vag­gio” con il sot­to­ti­to­lo “Gior­na­le di lot­ta degli ope­rai del­la Fiat e del­la Lan­cia”. Tra i pro­mo­to­ri di par­ti­co­la­re rilie­vo Romo­lo Gob­bi e Roma­no Alqua­ti. Il tito­lo è elo­quen­te: “Nel sabo­tag­gio con­ti­nua la lot­ta e si orga­niz­za l’u­ni­tà”. Si descri­ve la spon­ta­nei­tà-orga­niz­za­ta degli ope­rai, al di fuo­ri di par­ti­to e sin­da­ca­to. Il nome era sta­to mutua­to da una for­ma di lot­ta degli ope­rai ingle­si, carat­te­riz­za­ta “da una con­ti­nua rota­zio­ne e cam­bia­men­to del­le tat­ti­che, dei tem­pi e dei meto­di di lot­ta: in modo da dare il mas­si­mo dan­no al capi­ta­le col mini­mo dispen­dio ope­ra­io.(…) Il gat­to sel­vag­gio non si sa dov’è, non si sa quan­do e non si sa come, improv­vi­so, e gira sem­pre più rapidamente”.

In segui­to alla pub­bli­ca­zio­ne del gior­na­le, Gob­bi ven­ne con­dan­na­to a die­ci mesi di reclu­sio­ne con l’ac­cu­sa di isti­ga­zio­ne a delin­que­re e al sabo­tag­gio. Dirà: “per me è un ono­re dire che sono sta­to con­dan­na­to per apo­lo­gia di rea­to, sono sta­to il pri­mo ita­lia­no ad esser­lo dal­la fine del fasci­smo, poi ven­ne­ro gli altri”.

Il gatto ha 60 anni

Ricor­ro­no oggi i 60 anni del­la distri­bu­zio­ne davan­ti alla Fiat Mira­fio­ri del «gat­to sel­vag­gio», gior­na­le fat­to in par­ti­co­la­re da Romo­lo Gob­bi e Roma­no Alquati.

In segui­to alla pub­bli­ca­zio­ne del gior­na­le, Romo­lo Gob­bi fu con­dan­na­to a 10 mesi di reclu­sio­ne con l’ac­cu­sa di isti­ga­zio­ne a delin­que­re e sabo­tag­gio. Gob­bi del pro­ces­so scris­se: «per me è un ono­re dire che sono sta­to con­dan­na­to per apo­lo­gia di rea­to, sono sta­to il pri­mo ita­lia­no ad esser­lo dal­la fine del fasci­smo, poi ven­ne­ro gli altri».

Intervento di Gobbi all’assemblea dei comunisti del 06/​05/​1961

L’As­sem­blea dei Comu­ni­sti del­le Fab­bri­che era una riu­nio­ne di gran­de impor­tan­za, che si tene­va tra un Con­gres­so e l’al­tro. Era pre­sie­du­ta dai ver­ti­ci del Pci: il Segre­ta­rio, Togliat­ti, la Dire­zio­ne e il Comi­ta­to Cen­tra­le. Vi par­te­ci­pa­va­no i dele­ga­ti del­le Com­mis­sio­ni Inter­ne del­le Gran­di Fab­bri­che, iscrit­ti al par­ti­to. Che lo stu­den­te Romo­lo Gob­bi, iscrit­to al PCI da soli quat­tro mesi, vi potes­se par­te­ci­pa­re era già un fat­to inu­sua­le ed ecce­zio­na­le, che poi potes­se par­la­re davan­ti a tut­ta l’As­sem­blea era pres­so­ché impen­sa­bi­le. In real­tà, les­si un inter­ven­to che era sta­to pre­pa­ra­to da Bru­no Tren­tin e da Ser­gio Gara­vi­ni, il Vice­se­gre­ta­rio del­la Cgil e il Segre­ta­rio del­la Came­ra del Lavo­ro di Tori­no, rispet­ti­va­men­te. Si trat­ta­va del­la pri­ma espo­si­zio­ne pub­bli­ca del­la rifor­ma del­la Cgil, che pre­ve­de­va la sosti­tu­zio­ne del­le Com­mis­sio­ni Inter­ne con i ”Dele­ga­ti di Repar­to” e la costi­tu­zio­ne del­le assem­blee di fab­bri­ca, quin­di, eli­mi­nan­do così l’in­fluen­za diret­ta del Pci sul Sindacato.