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Brutto ciao

Maria­ro­sa Dal­la Costa, Leo­pol­di­na For­tu­na­ti, Brut­to ciao, Edi­zio­ni del­le don­ne, Roma 1976


«II rifiu­to del­la pro­crea­zio­ne è un momen­to con­qui­sta­to attra­ver­so un arco di lot­te che defi­ni­sco­no un nuo­vo rap­por­to all’in­ter­no del­la clas­se, fra don­ne e uomi­ni, fra il luo­go di lavo­ro non sala­ria­to e il luo­go di lavo­ro sala­ria­to; l’u­so del­l’e­mi­gra­zio­ne è la con­trof­fen­si­va sta­ta­le rispet­to al rifiu­to del­le don­ne a pro­crea­re».
«La casa­lin­ga di clas­se ope­ra­ia, emer­sa duran­te la guer­ra come figu­ra por­tan­te del­le lot­te sul ter­re­no socia­le, costi­tui­sce nel­l’im­me­dia­to dopo­guer­ra il sog­get­to poli­ti­co che ini­zia l’of­fen­si­va di clas­se rispet­to sia ai sala­ria­ti che ai non sala­ria­ti». «Dopo aver reso il sala­rio maschi­le ter­re­no di lot­ta sen­za solu­zio­ne di con­ti­nui­tà sul ter­re­no socia­le, l’au­to­no­mia e il pote­re poli­ti­co del­le don­ne sem­bra­no dis­sol­ver­si nel­l’on­da­ta cre­scen­te del­le lot­te ope­ra­ie di fab­bri­ca; in real­tà diven­ta­no il moto­re del­le lot­te sot­ter­ra­nee che inve­sti­ran­no la fami­glia e mine­ran­no sem­pre più radi­cal­men­te la stra­ti­fi­ca­zio­ne di pote­re den­tro la clas­se».

Maria­ro­sa Dal­la Costa, autri­ce tra l’al­tro di Pote­re fem­mi­ni­le e sov­ver­sio­ne socia­le, ha aper­to con Sel­ma James nel Movi­men­to Fem­mi­ni­sta il dibat­ti­to sul­la fami­glia come cen­tro di pro­du­zio­ne, sul­la don­na come ripro­dut­tri­ce del­la for­za-lavo­ro e sul sala­rio al lavo­ro dome­sti­co. Lavo­ra pres­so l’I­sti­tu­to di Scien­ze Poli­ti­che e Socia­li del­l’U­ni­ver­si­tà di Pado­va.
Pol­da For­tu­na­ti lavo­ra pres­so l’I­sti­tu­to di Psi­co­lo­gia del­l’U­ni­ver­si­tà di Pado­va. Sta per pub­bli­ca­re sul pri­mo nume­ro dei «Qua­der­ni Fem­mi­ni­sti» il sag­gio Fami­glia e mer­ca­to del lavo­ro.

Il dossier della nuova contestazione

Feli­ce Fro­io (a cura di), Il dos­sier del­la nuo­va con­te­sta­zio­ne, Mur­sia, Mila­no 1977


La con­te­sta­zio­ne stu­den­te­sca, che era anda­ta atte­nuan­do­si sin qua­si ad appa­ri­re spen­ta negli anni suc­ces­si­vi alla sua pri­ma fiam­ma­ta del 1968, è rie­splo­sa improv­vi­sa­men­te e rab­bio­sa­men­te in que­sti pri­mi mesi del 1977.
Il suo rin­no­var­si in for­ma estre­mi­sti­ca, sfo­cia­ta anche in vere e pro­prie azio­ni di guer­ri­glia urba­na con mor­ti e feri­ti a Bolo­gna e a Roma, ha col­to com­ple­ta­men­te di sor­pre­sa la pub­bli­ca opi­nio­ne e la clas­se poli­ti­ca. Poli­to­lo­gi e socio­lo­gi han­no cer­ca­to subi­to di met­ter­ne in luce le rea­li o pre­sun­te sue nuo­ve moti­va­zio­ni, facen­do un con­fron­to con quel­le del 1968, basan­do però le loro ana­li­si sul­lo scar­so mate­ria­le docu­men­ta­rio appar­so sui quo­ti­dia­ni.
Il Dos­sier del­la Nuo­va Con­te­sta­zio­ne met­te ora a dispo­si­zio­ne dei let­to­ri i più impor­tan­ti docu­men­ti ideo­lo­gi­ci ela­bo­ra­ti in que­sti mesi nel­l’am­bien­te del­l’U­ni­ver­si­tà di Roma, che è sta­ta quel­la in cui gli stu­den­ti han­no fat­to gli sfor­zi mag­gio­ri per chia­ri­re a se stes­si e all’o­pi­nio­ne pub­bli­ca le cau­se del­la rivol­ta e le pro­prie aspi­ra­zio­ni.
Dai volan­ti­ni agli appel­li dei vari comi­ta­ti di occu­pa­zio­ne, dai docu­men­ti pro­gram­ma­ti­ci alle diver­se mozio­ni appro­va­te dal­le assem­blee, dal­le pro­po­ste di una rifor­ma uni­ver­si­ta­ria alle richie­ste dei disoc­cu­pa­ti diplo­ma­ti o lau­rea­ti, dagli slo­gans scrit­ti sul­le pare­ti del­le Uni­ver­si­tà agli inter­ven­ti di asso­cia­zio­ni e cir­co­li che han­no appog­gia­to la con­te­sta­zio­ne, il volu­me rac­co­glie la mag­gior par­te del­la docu­men­ta­zio­ne dispo­ni­bi­le. Tut­ti i docu­men­ti sono sta­ti ripro­dot­ti integralmente.

Bologna marzo 1977… fatti nostri…

AA.VV., Bolo­gna mar­zo 1977 …fat­ti nostri…, Ber­ta­ni edi­to­re, Vero­na 1977


«Non c’è una sto­ria in que­sto libro, pagi­na uno non è madre o cau­sa di pagi­na due, sem­pli­ce­men­te vie­ne pri­ma: se qual­che socio­lo­go è tra voi, ini­zie­rà il libro dal­la fine, quel­lo è l’or­di­ne socio­lo­gi­co, ma… il libro ini­zia come nel­la nostra testa, con la mor­te di Fran­ce­sco, gli scon­tri le bar­ri­ca­te il fuo­co: dove abbia­mo ini­zia­to que­sta fase del­la nostra vita…».
Qui, nel rifiu­to del­le spie­ga­zio­ni e nel biso­gno del­la comu­ni­ca­zio­ne, sta il nodo non solo di que­sto libro ma dei fat­ti, del perio­do sto­ri­co e poli­ti­co in cui libro e fat­ti si inscri­vo­no: que­sto 1977 duro e opa­co più di ogni altro recen­te anno… L’e­mar­gi­na­zio­ne non è, qui, puro dato socio­lo­gi­co: si fa vis­su­to e azio­ne; la stes­sa frat­tu­ra con la cit­tà con­su­ma­ta nel pre­ci­pi­ta­re del­la lot­ta, non è ester­na alla con­sa­pe­vo­lez­za. Uto­pi­ca­men­te, i ragaz­zi di Bolo­gna se ne fan­no un’ar­ma, momen­to di inven­zio­ne e di nuo­va pro­vo­ca­zio­ne: «Que­sto libro è un discor­so sen­za sog­get­to… una cit­tà invi­si­bi­le, che sci­vo­la sot­to, che scap­pa dal tet­to, assen­te dagli spec­chi uffi­cia­li del­la stam­pa, dai comi­zi scrit­ti let­ti e ripe­tu­ti… noi guar­dia­mo la cit­tà invi­si­bi­le sul­la qua­le si è ada­gia­ta Bolo­gna ros­sa e bot­te­ga­ia… irri­ta­ta per­ché è sta­to tur­ba­to lo spet­ta­co­lo del­la sua pro­pa­gan­da»…
Le vetri­ne rot­te sono un altro modo: se ne può discu­te­re a lun­go, cer­to è che que­gli stes­si ragaz­zi, una set­ti­ma­na pri­ma, inva­de­va­no i mar­cia­pie­di, duran­te i cor­tei, per par­la­re, discu­te­re, coin­vol­ge­re, sen­za dele­ghe e gerar­chie, rifiu­tan­do il ritua­le del­la poli­ti­ca.
Che la con­te­sta­zio­ne del ’77 sia ancor meno «faci­le» di quel­la del ’68, è indub­bio: pub­bli­can­do que­sto libro, accet­tia­mo una sfi­da, che a nostra vol­ta ribal­tia­mo sui let­to­ri: È POSSIBILE CAPIRE? È pos­si­bi­le (per di più di fron­te ad un sog­get­to col­let­ti­vo che si rifiu­ta di dar­ne una) una inter­pre­ta­zio­ne poli­ti­ca non di como­do – né in una dire­zio­ne né nel­l’al­tra? Set­te, otto mesi tra i più infuo­ca­ti del dopo­guer­ra, biso­gni e desi­de­ri, azio­ni poli­ti­che e poli­ti­che gestua­li, scel­te e non-scel­te, tut­to que­sto può acco­glie­re e svi­lup­pa­re di nuo­vo una pos­si­bi­li­tà posi­ti­va, una linea di con­dot­ta, insom­ma uno sboc­co poli­ti­co reale?

Alto là! Chi va là! Sentinelle o disfattisti

G.Orsini, P. Orto­le­va (a cura di), Alto là! Chi va là? Sen­ti­nel­le o disfat­ti­sti?, Edi­zio­ni coo­pe­ra­ti­va gior­na­li­sti Lot­ta con­ti­nua, Roma 1977



Inter­ven­ti di:
G. Amen­do­la, A. Asor Rosa, N. Bada­lo­ni, N. Bale­stri­ni, P. Bar­cel­lo­na, G. Ber­ta­ni, F. Berar­di, N. Bob­bio, A. Bolaf­fi, L Bone­schi, O. del Buo­no, S. Cane­stri­ni, R. Cano­sa, B. De Gio­van­ni, U. Eco, E. Fac­chi­nel­li, F. Fer­ra­rot­tì, F. For­ti­ni, dom G. Fran­zo­ni, A. Galan­te Gar­ro­ne, F. Guat­ta­ri, R. Gui­duc­ci, T. Lago­ste­na Bas­si, L. Lom­bar­do Radi­ce, A.M. Mac­cioc­chi, A. Mora­via, O. Negt, R. Paris, V. Par­la­to, A. Pazien­za, A. Pre­te, A. Pasqui­ni, N. Recu­pe­ro, A. Rovat­ti, J.P. Sar­tre, G. Sca­lia, L. Scia­scia, S. Sene­se, P. Spria­no, U. Spa­gno­li, F. Sta­me, G. Tam­bur­ra­no, S. Tim­pa­na­ro, A. Tor­to­rel­la, A. Vivia­ni, F. Vol­pi, J. Jer­vis, S. July, R. Zan­ghe­ri.

Le reda­zio­ni di:
Con­tro­in­for­ma­zio­ne, Ombre Ros­se, Pri­mo Mag­gio, Qua­der­ni del Ter­ri­to­rio, Aut – Aut, Mar­xia­na, Lot­ta Con­ti­nua.

Dise­gni di:
Altan, Chiap­po­ri, Jaco­po Fo, Pablo, Vincino.

Le radici di una rivolta

Col­let­ti­vo reda­zio­na­le «La Nostra Assem­blea», Le radi­ci di una rivol­ta, Fel­tri­nel­li, Mila­no 1977
Feb­bra­io 1977: per la pri­ma vol­ta dopo il ’68 rina­sce il movi­men­to di mas­sa degli stu­den­ti. La scin­til­la, par­ti­ta da Paler­mo e Napo­li, rag­giun­ge pre­sto Roma e Bolo­gna, che diven­ta­no i prin­ci­pa­li cen­tri di mobi­li­ta­zio­ne, con le uni­ver­si­tà occu­pa­te e con le stra­de perio­di­ca­men­te inva­se dagli stu­den­ti. Il movi­men­to ha carat­te­ri­sti­che nuo­ve: cri­ti­ca le sini­stre e i sin­da­ca­ti, ma attac­ca anche le for­ma­zio­ni extra­par­la­men­ta­ri; rifiu­ta il lea­de­ri­smo, pun­ta ad obiet­ti­vi glo­ba­li («ripren­dia­mo­ci la vita»), cer­ca di sal­da­re per­so­na­le e poli­ti­co… A Roma dove l’e­splo­sio­ne gio­va­ni­le rag­giun­ge la sua mas­si­ma ampiez­za, l’u­ni­ver­si­tà vie­ne riem­pi­ta di scrit­te, di mura­les, di mes­sag­gi in cui rab­bia e dispe­ra­zio­ne si intrec­cia­no a iro­nia ed auto­co­scien­za. Il movi­men­to incon­tra subi­to la dif­fi­den­za di auto­ri­tà, di poli­ti­ci, di stu­dio­si, anche di sini­stra.
Si par­la di trion­fo del­l’ir­ra­zio­na­li­tà.
La real­tà è più com­ples­sa. Per­ché pro­prio ora que­sta esplo­sio­ne d’in­sof­fe­ren­za? Sui muri del­l’u­ni­ver­si­tà di Roma si leg­ge: «Come il ’68? No, è peg­gio, c’è la cri­si». Que­sta stra­na pri­ma­ve­ra stu­den­te­sca è il sin­to­mo, impor­tan­te, di una nuo­va doman­da socia­le e antro­po­lo­gi­ca – nata sot­to la pres­sio­ne del­la cri­si – che aspi­ra a diven­ta­re anche doman­da poli­ti­ca. La rab­bia del sot­to­pro­le­ta­ria­to gio­va­ni­le e l’in­quie­tu­di­ne stu­den­te­sca sfo­cia­no in par­te in un’i­ne­di­ta vio­len­za di mas­sa, istin­ti­va e nevro­ti­ca. Ma c’è anche una bre­ve sta­gio­ne in cui le intui­zio­ni di pochi si sal­da­no al disa­gio e all’in­sof­fe­ren­za di mol­ti, dan­do vita a un’e­la­bo­ra­zio­ne cul­tu­ra­le ori­gi­na­le ed inci­si­va. Pro­prio a que­sta nuo­va «cul­tu­ra disor­ga­ni­ca» è dedi­ca­to que­sto libro, sfor­zo di docu­men­ta­zio­ne, anzi­tut­to, ma anche pri­mo ten­ta­ti­vo di una let­tu­ra in pro­fon­di­tà.

«La Nostra Assem­blea» è il nome di una coo­pe­ra­ti­va edi­to­ria­le che rac­co­glie stu­den­ti, ope­rai, sin­da­ca­li­sti ed ope­ra­to­ri socia­li di Roma. Pub­bli­ca anche una rivi­sta, con lo stes­so nome, che si occu­pa di pro­ble­mi socia­li, poli­ti­ci ed eccle­sia­li, con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to alla real­tà del­le bor­ga­te romane.

Bisogni, crisi della militanza, organizzazione proletaria

AA.VV., Biso­gni, cri­si del­la mili­tan­za, orga­niz­za­zio­ne pro­le­ta­ria, Qua­der­ni di ombre ros­se, Savel­li edi­to­re, Roma 1977


La teo­ria dei biso­gni
La cri­si del­la mili­tan­za
Lot­ta di clas­se e lot­ta di libe­ra­zio­ne
L’or­ga­niz­za­zio­ne pro­le­ta­ria auto­no­ma
Vec­chi e nuo­vi sog­get­ti
La media­zio­ne impos­si­bi­le
Cri­si del cen­tra­li­smo demo­cra­ti­co
II dibat­ti­to sul­l’or­ga­niz­za­zio­ne nel­la sini­stra rivo­lu­zio­na­ria
La con­trad­di­zio­ne uomo-don­na e il pro­ble­ma del­la razionalità