Potere Operaio n°30
ROSSO – anno 1 – n. 1
quindicinale del Gruppo Gramsci
- Dietro le quinte della crisi monetaria
- Operai :vittoria d’autunno e battaglia di primavera
- PCI e clima rovente
- Scuola : massacro di febbraio
- Aborto e droga : legalità per chi ?
ROSSO n°6 ‑nuova serie-
giornale dentro il movimento
ROSSO n°7 ‑nuova serie-
giornale dentro il movimento
La fabbrica della strategia

Antonio Negri, La fabbrica della strategia: 33 lezioni su Lenin, Libri rossi, Padova 1976
Ora:
Antonio Negri, Trentatre lezioni su Lenin, manifestolibri, Roma 2004
Sono 33 lezioni tenute, nel 1972–1973, da un compagno ad altri compagni per tentare di capire se Lenin fosse un «cane morto» – come gli stereotipi di movimento potevano indurre a credere – o piuttosto non fosse uomo vivo nel movimento.
Ne viene una paradossale vicenda: quel che si ripete di Lenin sembra, all’autore, stantio e fradicio di ambiguità e di opportunismo; mentre il metodo teorico e pratico dì Lenin, eroe del marxismo orientale, proprio nei suoi aspetti più operai, elementari e violenti, sembra più valido e occidentale che mai. L’analisi delle classi e della tendenza della lotta di classe, la centralità teorica della prassi sovversiva, la concezione del partito come soggetto dialettico dinanzi al movimento delle masse, l’insurrezione come arte, l’indagine sulla legge del valore nell’epoca dell’imperialismo, la legge di piano come rivoluzione permanente, il comunismo come latenza percepibile e vicina: questi elementi si organizzano in maniera esemplare nella leniniana fabbrica della strategia.
Qui Lenin non è solo: chi detta è la lotta di classe in Russia, e la classe operaia nella fattispecie l ‘Ottobre che ha rivoltato il mondo è un colpo preparato nella fabbrica bolscevica della strategia, dal cumularsi pratico di una analisi di classe e dall’organizzazione teorica di una soggettività che non temono né la tendenziosità del punto di vista di classe né soprattutto il piacere della lotta.
La violenza illustrata

Nanni Balestrini, La violenza illustrata, Einaudi, Torino 1976
Ora in:
Nanni Balestrini, La violenza illustrata seguita da Blackout, DeriveApprodi, Roma 2001
I capitoli del nuovo romanzo di Nanni Balestrini illustrano ognuno un episodio di quella violenza che da anni svolge la spirale della sua « logica» interna sulle scene più diverse: fabbriche e piazze, uffici e campagne.
Il materiale di partenza che si offre a Balestrini è il linguaggio giornalistico con cui questa violenza viene ogni giorno rappresentata: un linguaggio mimico e a suo modo manieristico quando tratta, giustificandoli, i protagonisti del potere (dal tenente Calley ad Onassis); o che si rifugia nella falsa imparzialità della cronaca quando vuole occultare i moventi dell’aggressione antiproletaria e di certe risposte di segno opposto (la guerriglia urbana, la condizione in fabbrica, la criminalità, l’occupazione delle case).
Le tecniche di scomposizione e di ripetizione usate sul linguaggio dell’informazione sono analoghe a tecniche pittoriche come quelle di Andy Wahrol. Ma, nel servirsi del «collage», Balestrini dà prova di una sorprendente varietà e ricchezza di soluzioni: non solo nello scegliere il materiale preesistente (la deposizione ad un processo, squarci di stampa femminile, i verbali di un interrogatorio), ma anche nel «trattarlo», traendone effetti disparati, e spesso giungendo a ribaltare il significato originario di questo o quell’inserto.
Nanni Balestrini, nato a Milano nel 1935, vive a Roma. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Come si agisce (Feltrinelli, 1963), Ma noi facciamone un’altra (Feltrinelli, 1968); e due romanzi: Tristano (Feltrinelli 1966) e Vogliamo tutto (Feltrinelli 1971).