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Classe operaia n° 4–5

  • Sui sin­da­ca­ti
  • Vec­chia tat­ti­ca e nuo­va strategia
  • Lot­te ope­ra­ie in Italia
  • La CGIL nel secon­do dopoguerra
  • Ope­rai pubblici
  • Brac­cian­ti
  • FIOM
  • Sin­da­ca­to in occidente
  • USA
  • Nasci­ta e dis­so­lu­zio­ne del sin­da­ca­li­smo americano
  • Il sin­da­ca­to

Classe operaia n° 3

  • Si al par­ti­to di classe
  • Lot­ta alla Sirma
  • Tori­no: il par­ti­to nel­la cit­tà fabbrica
  • L’in­ter­ven­to di “Clas­se Operaia”
  • Le pri­me con­fe­ren­ze di fab­bri­ca del PCI
  • I con­gres­si sindacali
  • Ope­rai e PCI
  • Il rifor­mi­smo labu­ri­sta e il con­trol­lo capi­ta­li­sti­co sugli operai
  • Quat­tro note di “poli­ti­ca culturale”

Classe operaia n° 1

  • I qua­dri ope­rai fra la clas­se e il partito
  • Con­ti­nui­tà e uni­fi­ca­zio­ne del­le lot­te di fabbrica
  • Bloc­co poli­ti­co con­tro il Piano
  • DC e socialdemocratici
  • I Con­gres­si del PCI e del PSIUP
  • Con­trol­lo del capi­ta­le nel­lo Sta­to Sovietico
  • Con­trol­lo del­la clas­se nel capi­ta­li­smo maturo

La CLASSE – anno 1 n. 0 – Quotidiano delle lotte operaie e studentesche

Potere Operaio N°9

Ciclo capitalistico e lotte operaie Montedison Pirelli Fiat 1968

Ciclo Capi­ta­li­sti­co e lot­te ope­ra­ie Mon­te­di­son Pirel­li Fiat 1968, libri con­tro n.7, Mar­si­lio, Pado­va 1969



Intro­du­zio­ne di Mas­si­mo Cac­cia­ri

C’è un «ciclo» del­le lot­te che inse­gue e deter­mi­na il ciclo eco­no­mi­co capi­ta­li­sti­co com­ples­si­vo. Ci sono momen­ti cri­ti­ci nel­le for­me orga­niz­za­ti­ve e nel­la stra­te­gia del­le lot­te ope­ra­ie, che impe­gna­no tut­to il capi­ta­le a fati­co­si pro­ces­si di ricom­po­si­zio­ne e ristrut­tu­ra­zio­ne del­l’in­te­ro nes­so dei suoi rap­por­ti poli­ti­co-socia­li.
Il ’68 è uno di que­sti momen­ti – il pun­to fino­ra emer­gen­te di un «ciclo» del­la lot­ta. Esso ha segna­to l’i­ni­zio di un pro­ces­so di ricom­po­si­zio­ne poli­ti­ca del­la clas­se, al qua­le ogget­ti­va­men­te ten­de­va­no le lot­te di clas­se in Ita­lia dal ’58–60 in poi.
Dal­la ricom­po­si­zio­ne poli­ti­ca ope­ra­ia, e con­tro di essa, alla ricom­po­si­zio­ne poli­ti­ca ed eco­no­mi­ca del capi­ta­le: que­sto è il nodo, oggi, del­la que­stio­ne. Non si trat­ta, infat­ti, di un tra­git­to scon­ta­to. Il pas­sag­gio è la sostan­za stes­sa del ciclo capi­ta­li­sti­co ; ma esso è tut­to for­ma­to di sca­den­ze di lot­ta, media­zio­ni, con­fron­ti, occa­sio­ni rice­vu­te e date, sfrut­ta­te e per­se.
È a que­sto livel­lo che sia­mo chia­ma­ti a misu­rar­ci.
[…]
Tut­ti i livel­li del­lo scon­tro van­no uni­fi­ca­ti stra­te­gi­ca­men­te, in que­sta pro­spet­ti­va che emer­ge dal ter­re­no riven­di­ca­ti­vo, assu­me il ter­re­no dato del­lo scon­tro, usa fino in fon­do del­le pros­si­me sca­den­ze come di for­mi­da­bi­li occa­sio­ni per la mas­si­fi­ca­zio­ne e radi­ca­liz­za­zio­ne del­lo scon­tro – e qui, da qui, lan­cia la paro­la d’or­di­ne del pote­re ope­ra­io. Nes­su­no di que­sti livel­li va oggi per­du­to o sot­to­va­lu­ta­to.
Se sapre­mo far­li gio­ca­re tut­ti in sen­so ope­ra­io per le pros­si­me sca­den­ze, il ’69–70 in Ita­lia non sarà, come spe­ra il capi­ta­le, l’at­to con­clu­si­vo del­le lot­te degli anni ’60, l’ul­ti­ma lot­ta «ope­ra­ia», ma il pri­mo momen­to del­la ricom­po­si­zio­ne poli­ti­ca del­la clas­se ver­so la pro­pria orga­niz­za­zio­ne rivo­lu­zio­na­ria. E que­sta pro­spet­ti­va oggi esi­ste, non per debo­lez­za eco­no­mi­ca del capi­ta­le, ma per la for­za poli­ti­ca, la «vio­len­za» ope­ra­ia.
In que­sto pro­ces­so, per que­sto perio­do, non si daran­no «obiet­ti­vi inter­me­di»: o si lavo­re­rà ver­so la ria­per­tu­ra del­le con­di­zio­ni poli­ti­che del pro­ces­so rivo­lu­zio­na­rio, o si lavo­re­rà per la «sin­te­si» capi­ta­li­sti­ca, per chiu­de­re un ciclo del­le lot­te e maga­ri per apri­re su sca­la inter­na­zio­na­le quel­lo del­la gestio­ne rifor­mi­sti­ca del­lo sta­to.
«Obiet­ti­vi inter­me­di» sono quel­li che scal­za­no il con­trol­lo eco­no­mi­co-poli­ti­co del capi­ta­le.
Essi han­no ormai per la clas­se nomi pre­ci­si: con­trol­lo costan­te sul sin­da­ca­to-sala­rio-orga­niz­za­zio­ne poli­ti­ca.
Ognu­no di essi è, nei fat­ti, sede di lot­ta, momen­to di scon­tro non solo nei con­fron­ti del pia­no del capi­ta­le ma anche all’in­ter­no dei rap­por­ti di for­za esi­sten­ti tra clas­se e orga­niz­za­zio­ni date. E altre­sì è momen­to di lot­ta il pas­sag­gio poli­ti­co da un livel­lo all’al­tro.
I movi­men­ti di clas­se dan­no l’in­di­ca­zio­ne stra­te­gi­ca, gene­ra­le, di lun­go perio­do – deter­mi­nar­la ai vari livel­li, far­la fun­zio­na­re, espri­mer­la tat­ti­ca­men­te e cioè far­la vin­ce­re, è il pro­ble­ma e il com­pi­to del ’69–70. La sua dif­fi­col­tà è diret­ta­men­te pro­por­zio­na­le alla sua deci­si­va importanza.